Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il clima ci cambia la vita
In Campania le alte temperature hanno inciso sulla maturazione dei prodotti agricoli e determinato (pure) la scelta sulle bevande
Si cambia. Ci si adatta. Alle nuove imposizioni determinate dai cambiamenti climatici. Specialmente per quanto riguarda il mare. L’estate non è certamente il mese migliore per il reperimento dei prodotti ittici. L’innalzamento della temperatura media del mare ha ritardato l’esplosione di alcune materie prime stagionali.
Per esempio le cozze. Che hanno raggiunto il top nel mese di giugno e pure di luglio, lì dove nella festività di San Piero e Paolo per i gustosi mitili iniziava già la curva discendente. Il mondo cambia e cambia anche la cucina. In un’estate torrida come quella appena subita la voglia di cibo si è spostata verso piatti molto più freschi e compatibili con le elevate temperature. Verdura e frutta hanno dominato la scena. L’acqua contenuta negli alimenti ha rappresentato l’elemento nutritivo essenziale. I pomodori: soprattutto quelli di Sorrento, dolci, compatti come una bistecca, allo stesso momento acquosi al punto giusto. Si trovano ancora ora: E si troveranno fino alla metà di ottobre. Ideali per tutto, dalle insalate ai sughi espresso con tanto, ma davvero tanto, basilico, perfetti anche per la costata di manzo alla pizzaiola. Ritardata, quest’anno, anche la maturazione degli ortaggi, come le melanzane e le zucchine.
Meglio. Potremo goderle anche fino all’inizio dell’autunno. Il mare regale già le prime lampughe, uno dei pesci più straordinari del nostro Mediterraneo. La carne è saporita, solida e compatta, a patto che l’esemplare catturato venga eviscerato immediatamente, prima cioè che il colore dorato, screziato d’azzurro, lasci il posto al grigio. I cambiamenti climatici, soprattutto l’innalzamento delle temperature, non giova ai funghi e ai tartufi. L’autunno che verrà, a meno di copiosi quanto tardivi temporali, non riserverà sorprese positive. Le tartufaie essiccate, difficilmente coveranno doni di altissima qualità. L’umidità resta il principale propulsore dei preziosi funghi ipogei, specialmente di quelli della pregiata varietà Tuber magnatum pico (tartufo d’Alba).
Il clima ha determinato anche le scelte delle bevande alcoliche. Già da anni sono preferiti i vini con una bassa gradazione alcolica. Non solo i bianchi e i rosati, ma anche i rossi. In discesa Brunello, Barolo, Taurasi, in salita Pinot nero, Dolcetto, Bardolino. Molti preferiscono la birra, che, servita ghiacciata, assicura immediato sollievo. Ma che nel contempo gonfia.