Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dal miele all’olio: crisi per il caldo «Servono aiuti»
Il fenomeno è ormai devastante in Campania Sangiorgio (Coldiretti): «Bisogna intervenire per la gestione del rischio e la prevenzione» Tropiano: «Ridotti anche i trattamenti fungini»
Cambia il clima e l’alimentazione si adegua sia per una questione di attitudine al consumo che per l’impatto che il caldo intenso delle ultime annate sta avendo su colture e allevamenti. Lo dicono le api. Il clima pazzo ha sconvolto gli operosi insetti e la produzione di miele made in Italy è ormai più che dimezzata rispetto alla media per un totale, quest’anno, attorno alle 10mila tonnellate. Lo stima la Coldiretti sottolineando che si tratta di uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni a questa parte. A provocare questa situazione le diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità, senza dimenticare gli incendi che hanno fatto strage di decine di milioni di api. Ma il grande caldo non colpisce solo le api. Continua anche la crisi dell’ortofrutta. Se la produzione di miele cala dell’80%, quella di olio del 50% e quella di grano duro del 30% non se la vedono bene nemmeno le mele la cui raccolta è stimata a un meno 23% rispetto al 2016.
La siccità di questa estate ha avuto ripercussioni in provincia di Salerno. Nell’agro sarnesenocerino la produzione di colture in pieno campo, fagiolini, peperoni, insalate e melanzane, ha avuto un calo del 40%.
«Siamo ormai in una nuova era climatica e come tale va affrontata - dice Vittorio Sangiorgio, vicepresidente Coldiretti Campania e presidente Coldiretti Salerno - La parola chiave è prevenzione e gestione del rischio. Ma soprattutto pianificazione integrata, perché il cambiamento climatico, con la crescente emergenza incendi e gli altri fenomeni ambientali, non possono più essere considerati a compartimenti stagni. Bisogna perciò avviare investimenti per il contenimento della risorsa idrica in provincia di Salerno e in tutta la Campania. La Regione acceleri sulle misure destinate ai consorzi di bonifica per le opere infrastrutturali e irrigue. Servono opere moderne per la difesa idraulica e la gestione delle acque. Questo si può fare solo indirizzando con tempestività ed efficacia adeguate risorse economiche».
Ma se il caldo porta problemi, c’è anche qualche beneficio, in agricoltura. Come spiega il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano: «Vi è meno resa per gli ulivi, ma con una produzione di olio che sarà di maggiore qualità, anche grazie all’assenza della mosca. Meno sfarfallamento per il cinipide: quest’anno la produzione di castagne, dopo anni di resa bassissima, dovrebbe essere maggiore. Le alte temperature hanno inoltre fatto ridurre anche i trattamenti fungini».
E sebbene soffrano anche le bufale con un calo generalizzato della produzione di latte non si preoccupa particolarmente il direttore del Consorzio tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pier Maria Saccani. «Con il caldo il consumo di formaggi freschi aumenta e non solo in Italia, visto che il cambiamento climatico è globale. Addirittura negli Usa i formaggi freschi hanno superato quelli stagionati. Del resto la mozzarella è sempre stato un prodotto che è andato meglio d’estate e il fatto che il caldo sia
Gli agricoltori Mastrocinque (presidente Cia): «Purtroppo sono anni che parliamo dei cambiamenti climatici ma è stato fatto poco per adattarsi»
iniziato presto ha dato una buona spinta ai consumi. Consumi per l’appunto globalizzati. Ad esempio nei Paesi arabi stiamo andando sempre meglio complice anche l’alto contenuto di calcio del nostro prodotto, che ben si contrappone al caldo eccessivo, mentre nel Nord Europa la mozzarella a colazione diventa sempre più spesso una realtà». E così se la mozzarella non patisce il caldo questo non la risparmia da variazioni sul tema, sebbene di carattere più culturale che alimentare. Ma di certo si deve affrontare la questione con la dovuta attenzione. «Purtroppo – osserva Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania e vicepresidente di Cia – Agricoltori Italiani– sono anni che parliamo dei cambiamenti climatici ma è stato fatto poco per prevenire ed adattarsi. Stiamo affrontando i cambiamenti climatici come emergenza e non attraverso una corretta prevenzione. Il tema del cambiamento climatico va affrontato in modo strategico e con il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio». Argomenti su cui la Confederazione Italiana Agricoltori si interrogherà nell’ambito della 44° Fiera di Morcone dal 20 al 25 settembre. La proposta della Cia è quella di avviare con le università campane uno studio approfondito per verificare come adattarle e quali nuove piante si possano eventualmente coltivare creando innesti tra specie vegetali diverse per rendere le piante resistenti al nuovo clima. E se forse si è ancora lontani dall’uso di insetti in cucina è pur vero che forse è giunto il momento di iniziare a cercare delle possibili alternative.