Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cautano, la bontà della patata interrata
Nel Beneventano il prodotto tipico agroalimentare viene coltivato fino a mille metri di altitudine Il sindaco Giuseppe Fuggi: «Sviluppa caratteristiche peculiari che influenzano anche il metabolismo»
Da sempre un popolo di gourmet, quello campano, che attinge da un patrimonio agroalimentare senza eguali. Ricchezza avvalorata dal decreto ufficiale di luglio del del Mi.Paaf che, all’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (noti come P.a.t.), ha aggiunto, nella nostra regione, 29 nuove acquisizioni raggiungendo un totale di 515 tipicità che confermano la Campania al primo posto in Italia per numero di prodotti. Ma l’elenco delle eccellenze non finisce qui.
La patata interrata di Cautano, fa parte della lunghissima lista extra Pat dei prodotti ancora da riscoprire e rappresenta il legame atavico tra l’ostile territorio montano del Taburno, in provincia di Benevento e le sue popolazioni. Le particolarità di questo tubero sono state riportate alla luce, per la prima volta, nel 2010 da Giovanni Auriemma della Comunità del cibo della condotta Slow Food Taburno che ha evidenziato tradizioni contadine e riti di conservazione rimasti immutati nei secoli.
A questo prodotto è dedicata la prima edizione di «Taburtuale Experience - La patata interrata», una manifestazione con una fitta agenda di confronti, educational tour e show cooking che si terrà da venerdì 8 a domenica 10 settembre, a Cautano in provincia di Benevento, organizzata dal Comune di Cautano, la Proloco Cepino-Prata Cautano, Slow Food Taburno con le Comunità del Cibo. Una full immersion per partecipare al ri- della raccolta delle patate durante la luna calante, apprendere le caratteristiche nutrizionali di questo frutto della terra ed assaggiare i piatti di chef affermati come Peppe Daddio direttore della scuola Dolce & Salato, Raffaele D’Addio, patron de «Il Foro dei Baroni» e del macellaio-gastronomo Sabatino Cillo. Tutto ruota intorno all’antico rito di conservazione di questa pace tata bianca di montagna (coltivata dai 600 ai 1000 mt di altitudine), che consiste nello scavare buche nei terreni di media e alta montagna, della profondità di circa 1-1,5 metri dove interrare 3 o 4 quintali di patate da conservare.
Lo scavo delle buche avviene in particolari posizioni che prevedono lo scorrimento dell’acqua sotterranea. La fossa viene rivestita con foglie di felno dove si adagiano le patate, si ricoprono con un ulteriore strato di felci sigillando poi la buca con altro terreno. Molti contadini, per motivi pratici, seppellivano le patate vicino alle loro case facendo attenzione a mimetizzare bene il nascondiglio per evitare di essere derubati.
Il recupero delle patate avviene, in base al fabbisogno, nei periodi invernali. Solo folclore o qualcosa di più? «In realtà la patata interrata, grazie al particolare metodo di conservazione – spiega il sindacomedico di Cautano, Giuseppe Fuggi – sviluppa caratteristiche peculiari che influenzano il metabolismo. Durante il convegno presenteremo i dati scientifici prodotti da uno studio condotto per il Comune dal dottor Luigi Coppola (responsabile dipartimento Scienza dell’Alimentazione del “Rummo” di Benevento) e dalla nutrizionista Emauela Fuggi. I risultati sono ancora più interessanti se collegati anche alle elevate performance gastronomiche che ci sveleranno gli chef durante gli show cooking».