Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Acunzo, presto le pizze 3.0
Dopo cinquantatré anni di onorata carriera, la pizzeria trattoria Acunzo di via Cimarosa, punto di riferimento di generazioni di gourmet, si dà una svecchiata. Il noto locale, costola della friggitoria vomerese aperta nel ‘38, sfoggerà presto un nuovo look. I lavori di restyling, previsti nel prossimo dicembre, coinvolgeranno la sala (decisamente vintage) mentre, i nuovi impasti, sono già stati collaudati con le attuali pizze 3.0 . La storia contemporanea del locale inizia con Caterina Acunzo che, insieme al marito, gestisce l’attività dal ’71, anno in cui, il sovversivo coniuge Michele Sorice, in netta controtendenza con il classicismo dell’arte bianca, lanciò la pizza con il ripieno di pasta preparata con le ricette classiche (mezzanelli al ragù o alla genovese), tuttora in carta. La pizzeria, come il ristorante, negli anni si afferma, la clientela si fidelizza, il ristorante è sempre pieno ma qualche anno fa una svolta importante: in pizzeria arriva il “piccolo” di casa: Gabriele (nella foto), 29 anni, che, al percorso universitario, predilige lo studio degli impasti per rendere più soffice e digeribile il prodotto finito. Dopo alcuni anni di corsi specialistici, Gabriele crea un laboratorio dove sviluppa la sua idea di pizza moderna, più in sintonia con il gusto e le abitudini alimentari degli attuali consumatori. Oggi propone la classica napoletana con farina 00 ma lievitata con la biga e maturata per 24 ore; la dimensione è contenuta, il cornicione soffice e la pasta, più alta e morbida, è lieve. Così come la salutare pizza ai cinque cereali con biga da farina integrale, doppia lievitazione e 12 ore di maturazione: un gioco di equilibrismo esaltante tra il gusto decisamente rustico, la corposità del morso da lunga masticazione e la digeribilità estrema.