Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Stati generali della letteratura Il Sud scrive, il Nord pubblica
A Pollica, in Cilento, Francesco Durante chiama a raccolta i narratori del Mezzogiorno per confronti e incontri creativi
Uno spettro si aggira nella letteratura italiana: è lo spettro (creativo) degli scrittori meridionali. Che sono sempre di più, hanno storie sempre più interessanti da raccontare, sanno scriverle, eppure paradossalmente quasi tutti pubblicano con le piccole e grandi case editrici del Nord. Come è normale che sia in un Paese dove le più importanti realtà editoriali — tranne alcune, lodevoli eccezioni — sono dislocate tutte a partire da Roma in su. Forse è questa la lente con cui bisognerebbe osservare ciò che succede da due edizioni a questa parte nel piccolo comune di Pollica, nel Cilento, tra Pioppi e Acciaroli, ogni fine settembre. Momento dell’anno in cui il direttore artistico di Salerno Letteratura e della neonata Napoli Città Libro, lo scrittore e critico Francesco Durante, riunisce alcune delle più interessanti voci del panorama letterario italiano e meridionale, mettendole insieme a discutere del loro approccio teorico alla letteratura, a presentare l’uno il libro dell’altro, a fare reading e a guardare tutti insieme film e ascoltare musica. Sono gli Stati generali della Letteratura del Sud, una sorta di «parlamento» lungo quasi quattro giorni in cui discutere e perdersi tra i vicoli di una delle perle del Cilento, provando a mettere un punto (o anche due) e a trovare una sintesi sulle tante, infinite anime della letteratura del Sud. Quest’anno il tema su cui siamo stati chiamati a confrontarci è stato quel- lo della «Realtà/Immaginazione», vista come relazione dicotomica o complementare, a seconda dello sguardo di ciascuno. Così con Wanda Marasco, Omar Di Monopoli, Francesco Nigro e tanti altri abbia- mo incrociato il fioretto della nostra ratio letteraria con quella dei nostri colleghi, cercando di bissare la qualità degli incontri che l’anno scorso videro presenziare alcuni tra i migliori scrittori italiani e meridionali, tra cui Nicola Lagioia e Valeria Parrella, sul confronto «Tradizione/Innovazione». Temi molto caldi, rispetto agli orizzonti estetici della nostra epoca, soprattutto per il nostro Sud spesso schiacciato da visioni oleografiche e stereotipate. Anche se in maniera lieve e informale, come si conviene agli scenari da favola in riva al mare che solo il Cilento sa offrire (peraltro baciati in questi giorni da un clima perfetto per un salutare bagno), gli Stati generali della Letteratura del Sud rappresentano un’operazione ambiziosa, niente affatto pomposa come il loro nome lascerebbe pensare, che ha il sapore di quei festival di una volta, dove gli scrittori si incontravano per scambiarsi idee e non solo promuovere la loro opera. E credo che anche in futuro questa manifestazione saprà mantenere il suo spirito, soprattutto se perpetuerà nel vedersi in continua relazione con il mondo esterno, consapevole che in letteratura nessun discorso è mai definitivo. La riflessione attorno agli orizzonti del nostro Sud corre veloce, così come lo spettro (creativo) degli scrittori meridionali: ci saranno sempre nuovi e altri libri che la animeranno e produrranno idee.