Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Kang, la coreana premiata in nome di Malaparte
Davanti allo spettacolo dei Faraglioni sotto la luna, in un giardino appartato, Han Kang sembra trovare una dimensione di Capri a lei più congeniale. Appena arrivata, la scrittrice sudcoreana era rimasta quasi frastornata dalla quantità di turisti che, ancora in questo primo weekend autunnale, affolla l’isola. Poi ne ha scoperto la bellezza più selvatica, quella più nascosta e inaccessibile, visitando strade appartate e una parte di Anacapri.
Oggi Han Kang riceverà il Premio Malaparte e arrivando in aereo ha divorato due terzi di «Kaputt» dello scrittore italiano. «Ha una grande energia, mi piace molto», rivela con il suo tono pacato, a voce bassissima. Oggi Kang leggerà un testo inedito, alle 11, alla Certosa di San Giacomo, mentre ieri pomeriggio ha partecipato alla tavola rotonda sul tema «Raccontare la violenza», coscelta sa che lei stessa ha fatto, sia pure con enorme delicatezza e senza alcuna morbosità,nel suo nuovo romanzo, «Atti umani», appena pubblicato da Adelphi, in cui ricostruisce la rivolta studentesca del maggio 1980 a Gwangju, praticamente un massacro da parte della giunta militare di destra che soffocò nel sangue le aspirazioni di libertà di tanti ragazzi (molti poco più che bambini) contro la dittatura. Kang è stata dalla giuria del prestigioso premio che Gabriella Buontempo anima con passione (e con il sostegno di Ferrarelle) nel solco aperto dalla zia Graziella Lonardi Buontempo. Da alcuni anni il premio mostra sensibilità particolare proprio per le scritture femminili: ha offerto infatti il riconoscimento ad autrici del calibro di Donna Tartt ed Elizabeth Strout. Con Han Kang si apre una finestra sulla letteratura asiatica contemporanea, ancora poco conosciuta da noi. Della stessa scrittrice coreana sono stati tradotti solo due romanzi in italiano: prima di «Atti umani», Adelphi ha pubblicato «La vegetariana», vertiginoso, surreale itinerario di una donna che rifiuta di mangiare carne verso una condizione quasi ascetica. Ma Kang, che presenterà il suo libro martedì alla Feltrinelli di Napoli con Silvio Perrella, ha scritto molto altro. Poesia, per esempio, ed è evidente dalla cura stilistica dei suoi romanzi, in cui adotta soluzioni eleganti ed innovative come ad esempio l’uso della seconda persona nel racconto. Quel che è certo è che la letteratura, per questa scrittrice dall’aria delicata ma decisa al tempo stesso, parla di grandi temi, nessuno spazio per i minimalismi tipici di certa scrittura occidentale. «L’uomo è fatto di contraddizioni, può uccidere o sacrificarsi fino alla morte. Mi interessa la coesistenza di questi due impulsi».
Dalla narrativa alla politica: la scrittrice quarantaseienne non rifiuta di parlare d’attualità e della crisi della Corea del Nord. «Anche il Sud del paese è inquieto, siamo tutti preoccupati, non potrebbe essere altrimenti, siamo geograficamente e culturalmente vicini, ma non credo che Kim Jong-un farà il primo passo verso la catastrofe». A fare paura dalle sue parti, tutto sommato, è più l’alleato americano che non il dittatore.