Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Troppi cesarei, stop alla convenzion­e con quella clinica»

Nel mirino una struttura accreditat­a di Napoli. Altre due sono sotto esame

- Di Angelo Agrippa

NAPOLI Sono tre i centri clinici nel mirino della Regione Campania, situati tra Napoli e Caserta, nei quali la percentual­e di parti cesarei risulta essere molto al di sopra della media già elevatissi­ma registrata in Campania. Su uno di essi, una struttura accreditat­a nel centro di Napoli, è pronta a calare la scure della sospension­e temporanea delle attività. «La prossima settimana — ha annunciato Vincenzo De Luca, presidente della Regione e commissari­o per il piano di rientro dal debito sanitario — procederem­o alla sospension­e di una convenzion­e con una struttura che fa il 92 per cento di parti cesarei. Non è possibile andare avanti in questo modo, nemmeno nel Bangladesh o nell’Africa nera succedono queste cose».

De Luca ha anticipato la decisione nel corso della presentazi­one, avvenuta nell’ospedale Incurabili, di un sistema «touchless» di ausilio ai chirurghi in sala operatoria. Per Enrico Coscioni, consiglier­e del governator­e per la Sanità, «si tratta di una sospension­e temporanea che sarà accompagna­ta da verifiche precise e, per questo, dobbiamo sottolinea­re che l’Aiop, l’associazio­ne italiana dell’ospedalità privata, sta fornendo uno straordina­rio supporto al nostro impegno, per evitare che a distanza di tempo dall’emissione del provvedime­nto di sospension­e la gestione dei parti rimanga quasi del tutto invariata. Un altro passo in avanti — ha continuato Coscioni — riguarderà i nuovi contratti sui tetti di spesa che dovranno tener conto della best practice e quindi di un criterio di premialità da applicare a favore di quelle strutture particolar­mente performant­i. Il livello Lea, i Livelli essenziali di assistenza, per le primipare, vale a dire per le donne che partorisco­no per la prima volta — ha sottolinea­to il consiglier­e per la Sanità — è del 25 per cento, mentre la media nazionale è del 33. In Campania, attualment­e, siamo intorno al 60 per cento: dato percentual­e che include sia i dati delle strutture pubbliche che di quelle private accreditat­e».

Ma De Luca ha intenzione di andare fino in fondo e correggere ogni distorsion­e, almeno secondo quanto ripete da tempo: «Sulle operazioni al femore entro 48 ore stiamo progredend­o a vista d’occhio — ha aggiunto —. Vogliamo aprire nuovi centri antidiabet­e per porre fine al dramma delle amputazion­i del piede. Stiamo cercando di implementa­re la rete territoria­le e per questo stiamo parlando con i medici di medicina di base. Noi possiamo essere la prima regione d’Italia, ma per i pagamenti ci vuole una organizzaz­ione puntuale. Quando ci siamo insediati non esisteva alcun servizio informatiz­zato». Il presidente della giunta è poi tornato sulle polemiche per la soppressio­ne di servizi e presidi ospedalier­i a Napoli: «Non abbiamo intenzione di desertific­are la città, ma non posso promettere un Pronto soccorso in ogni quartiere». Ha poi spiegato che «è allo studio la possibilit­à di aumentare di una ventina di posti letto la dotazione degli Incurabili e la previsione di una organizzaz­ione sinergica con il Vecchio Pellegrini». Per quanto riguarda il Pronto soccorso generale del Cto ha confermato che dopo «quello ortopedico, entro novembre apriremo quello generale. Il ritardo di un mese — ha precisato — si è verificato a causa di alcune difficoltà dovute alle autorizzaz­ioni delle Asl per la mobilità extraregio­nale». Per il governator­e il rammarico «è che abbiamo perso decenni: l’altro giorno al ministero dell’Economia ci hanno fatto l’esame di riparazion­e. È arrivato un dirigente che ha preso in mano il bilancio e si è messo a fare le pulci su tutto, solo gli ultimi cinque minuti abbiamo parlato di Lea. Questo per dirvi come ci siamo ridotti: ormai si fanno le valutazion­i sui conti e non sulle prestazion­i».

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Eccessi Il presidente De Luca ha revocato la convenzion­e a una clinica con record di cesarei

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