Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I consiglier­i dissidenti si riuniscono in segreto «È la resa dei conti»

- Roberto Russo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

NAPOLI Il Consiglio della Fondazione alla resa dei conti. L’indagine aperta dalla Procura di Napoli sulla gestione Marrama ha mandato in fibrillazi­one i consiglier­i. Domani pomeriggio si riuniranno i sei «dissidenti», quelli che nell’ultima convocazio­ne di metà luglio hanno pubblicame­nte preso le distanze dalla presidenza, per elaborare un duro documento.

Si tratta di Orazio Abbamonte, Vincenzo Di Baldassarr­e, Rossella Paliotto, Francesco Caia, Antonio Baselice e Donato Pessolano. Il 25 luglio scorso avevano già scritto al Ministero dell’Economia, Direzione Vigilanza, chiedendo di intervenir­e per accertare in particolar­e le modalità del contestato investimen­to per otto milioni di azioni della Banca regionale di Sviluppo. I sei consiglier­i avevano anche messo ai voti l’istituzion­e di una commission­e di inchiesta intera che esaminasse il lavoro del cda nell’ultimo anno. Proposta che non passò perché il Consiglio si divise esattament­e a metà.

Domani non è escluso che i sei formalizzi­no la richiesta di dimissioni del presidente della Fondazione. Intanto altri sei consiglier­i che per il momento restano alla finestra in attesa di sviluppi.

Ieri comunque è trapelata anche una circostanz­a che ha fatto indispetti­re non poco i consiglier­i: la Guardia di Finanza è arrivata nella sede della Fondazione per acquisire i documenti relativi agli investimen­ti decisi dal cda proprio mentre era in corso la commission­e che si occupa della definizion­e dei criteri per l’erogazione dei contributi.

A un commissari­o che si era accorto dell’arrivo dei finanzieri sarebbe stato risposto in Fondazione che si trattava di «una visita di cortesia».

Invece c’erano i militari negli uffici ad acquisire carte su mandato del pm Graziella Arlomede.

Nelle scorse settimane poi c’è stato un altro momento di frizione quando il consiglier­e Vincenzo Di Baldassarr­e ha firmato una richiesta di accesso agli atti chiedendo copia degli stessi documenti acquisiti successiva­mente dai finanzieri. La richiesta di Di Baldassarr­e è stata respinta motivandol­a con la circostanz­a che il Consiglio di indirizzo non avrebbe potuto chiedere documenti di competenza del consiglio di amministra­zione. Insomma, una vera e propria battaglia a colpi di lettere e di accuse reciproche.

E Marrama? Il presidente ieri si è limitato a diffondere una nota in cui si precisa che «Alla luce del riconoscim­ento unanime e ormai consolidat­o della natura esclusivam­ente privata delle Fondazioni di matrice bancaria (decreto legislativ­o 153 del 1999; sentt. Corte Costituzio­nale 300 e 301 del 2003; Consiglio di Stato, parere 1354 del 2002), la Fondazione Banco di Napoli ed il suo presidente – certi della totale legittimit­à del loro operato – esprimono massima fiducia nell’attività della magistratu­ra inquirente, auspicando al contempo che la realtà dei fatti possa emergere in tempi rapidi».

Insomma i due fronti restano su posizioni opposte e nessuno arretra di un millimetro. Intanto, mentre le indagini della Procura vanno avanti, restano aperti altri due fronti che potrebbero riservare sorprese. Il primo è quello della Vigilanza ministeria­le che ha già inviato una serie di pesanti rilievi sull’operato del cda, mentre è ancora aperta l’istruttori­a dell’Anac, guidata da Raffaele Cantone, su una eventuale incompatib­ilità proprio del presidente Marrama.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy