Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’armatore Grimaldi investe un miliardo di euro per dieci navi ecologiche

Il gruppo napoletano ha presentato il progetto emissioni zero

- Paolo Bosso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una commessa per 6 «ro-ro» ecologiche di ultima generazion­e, con un’opzione per altre 4. Poi, investimen­ti per 60 milioni di euro per allungare i due cruise ferry che fanno da spola tra Civitavecc­hia e Barcellona. Sono gli ultimi ordini annunciati dall’armatore napoletano Grimaldi nel corso della XXI edizione di Euromed Convention di Santa Teresa di Gallura, tenutasi venerdì.

Per quanto riguarda la prima commessa, si è in fase di gara con alcuni cantieri cinesi, quindi ancora non è noto il costo né su che rotte viaggerann­o. Avranno una capienza pari a 7 mila metri lineari di carico. «La prima ci sarà consegnata nel 2020», precisa l’amministra­tore delegato del gruppo e presidente di Confitarma, Emanuele Grimaldi. «Ridurranno a zero le emissioni inquinanti - spiega - quando saranno ormeggiate in porto grazie alle innovative batterie al litio». Si tratta di dispositiv­i installati nelle sale macchine, due per nave, grandi quanto un paio di automezzi, che permettera­nno di spegnere i motori una volta in porto, riducendo così a zero le emissioni. Un sistema più autonomo rispetto al cold ironing che richiede invece l’allacciame­nto alla rete elettrica locale, non sempre disponibil­e. Le stesse batterie verranno installate sulle Cruise Roma e Cruise Barcellona, le due navi, un po’ traghetto e un po’ crociera, che viaggiano lungo la rotta Civitavecc­hia-Barcellona.

«Sul fronte ro-pax - conferma l’ad Grimaldi - c’è un investimen­to di 60 milioni per l’allungamen­to dei due cruise ferry gemelli, che incremente­ranno la loro capacità di trasporto da 3 mila a 3.500 passeggeri».

La politica ecologica dell’armatore partenopeo riflette la normativa mondiale dell’Internatio­nal Maritime Organizati­on (Imo), convenzion­e autonoma delle Nazioni Unite incaricata di regolament­are la navigazion­e mercantile su sicurezza e ambiente. Dal 2015 nel Mar Baltico, Mare del Nord, Nord e Centro America le navi che trasportan­o merci e persone possono navigare con un tenore di zolfo nel bunker non oltre l’1% di m/m (massa/ massa, 1 grammo ogni 100 grammi di bunker), limite che scende allo 0,5 per cento dal 2020, circa sette volte meno del resto del mondo. Tutte aree in cui naviga Grimaldi.

Anche nel porto di Napoli ci sono direttive simili: dal primo gennaio del 2016 un’ordinanza della Capitaneri­a obbliga le navi già al largo, a due miglia, ad utilizzare bunker con l’1 per cento di zolfo nei motori ausiliari. Tutte misure che si allineano agli Accordi di Parigi di fine 2016 e che, secondo i calcoli di Wood Mackenzie, comportera­nno allo shipping costi per 60 miliardi di dollari l’anno.

Solo Grimaldi ne ha spesi 2 di miliardi negli ultimi 4 anni per realizzare 25 unità più ecologiche, oltre a circa 300 milioni per ridurre le emissioni della flotta esistente.

Ora, secondo i calcoli dell’armatore, le emissioni di anidride carbonica della sua flotta sono calate del 9 per cento in sei anni, del 24 per cento quelle di zolfo. Sia l’Imo che l’Internatio­nal Chamber of Shipping si sono posti come obiettivo finale, entro il 2050, la riduzione del 40 per cento di emissioni di anidride carbonica prodotte dal trasporto marittimo.

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