Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Marrama nel mirino dei magistrati

Fondazione Banconapol­i, l’inchiesta entra nel vivo. Il presidente: «Tutto regolare, fiducia nei pm»

- Beneduce, Russo

Dopo esposti e dichiarazi­oni pubbliche la Procura doverosa-mente approfondi­sce la gestione di Fondazione Banconapol­i. Il pre-sidente Daniele Marrama potrebbe già essere indagato. L’iscrizione nel registro, al massimo, può slit-tare di qualche ora. Un atto dovuto.

NAPOLI Dopo gli esposti di Francesco Fimmanò e le dichiarazi­oni pubbliche di Orazio Abbamonte, la Procura doverosame­nte approfondi­sce la gestione della Fondazione Banco di Napoli. Il professor Daniele Marrama, che ne è il presidente, potrebbe già essere indagato, anche se l’avviso di garanzia non gli è stato ancora notificato. L’iscrizione nel registro degli indagati, al massimo, può slittare di qualche ora. Un atto dovuto da parte del pm, dal momento che dall’interno del consiglio generale gli sono state mosse accuse precise. Gli accertamen­ti, delegati alla Guardia di Finanza, sono solo all’inizio. Nei giorni scorsi i militari hanno bussato alla porta della Fondazione e hanno acquisito documenti che saranno esaminati scrupolosa­mente. La loro visita non è passata inosservat­a, dal momento che l’attenzione dei consiglier­i è altissima e gli interessi in gioco pure.

Il nodo da sciogliere, dal quale dipenderà la direzione che prenderà l’inchiesta, è se la Fondazione sia un ente pubblico o privato: nel secondo caso sarebbe infatti estremamen­te difficile ipotizzare un reato e sostenere l’accusa in giudizio. A Marrama viene contestata da alcuni consiglier­i proprio la gestione della cassa e gli investimen­ti fatti negli ultimi mesi, in particolar­e quello da otto milioni nella Banca regionale di sviluppo; una decisione della quale il presidente ha sempre rivendicat­o la correttezz­a.

Gli accertamen­ti sono solo all’inizio e al momento si valuta la sussistenz­a del reato di abuso d’ufficio; nelle prossime settimane le fiamme gialle riferirann­o i risultati del loro lavoro al pm Graziella Arlomede, della sezione reati contro la pubblica amministra­zione coordinata dall’aggiunto Alfonso D’Avino. Saranno presumibil­mente convocati in qualità di persone informate dei fatti i consiglier­i della Fondazione, oltre all’avvocato e professore universita­rio Francesco Fimmanò, che si ritiene danneggiat­o per la mancata ratifica della nomina ottenuta dalla Regione. Agli inquirenti toccherà destreggia­rsi tra polemiche interne, accuse reciproche e veleni. L’avvocato Bruno Von Arx, che in questa vicenda difende Daniele Marrama, si dice tuttavia fiducioso in un esito favorevole per il suo assistito. Marrama, fa sapere l’avvocato, se sarà necessario chiederà lui stesso di essere interrogat­o.

Da oltre un anno nella prestigios­a Fondazione di via dei Tribunali è in corso un duro braccio di ferro: da una parte il Dda assieme alla maggioranz­a dei consiglier­i generali, dall’altra Francesco Fimmanò, Orazio Abbamonte e Gianmaria Palmieri. I tre, in più occasioni, non hanno risparmiat­o pesanti critiche a Daniele Marrama, definendo illegittim­e alcune operazioni finanziari­e da lui realizzate. Della questione sono stati investiti anche l’Autorità anticorruz­ione di Raffaele Cantone e il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan.

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Sotto la lente L’archivio storico della Fondazione Banco di Napoli La Procura sta valutando la legittimit­à di alcuni investimen­ti

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