Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Anm, tregua per evitare il fallimento
De Luca: il Comune non ha mai messo un euro nell’azienda. Il sindaco: incontrerò il governatore
De Magistris cerca un tregua con la Regione in nome del salvataggio dell’Anm. «Non posso credere che De Luca si giri dall’altra parte», dice annunciando un incontro col governatore. Su Facebook, invece, parla dell’azienda: «La vicenda Anm ha tre sbocchi: l’azienda fallisce e si mette sul mercato; la sopravvivenza, tramite privatizzazione; e poi la vera sfida, cioè il rilancio». Ma De Luca gli ricorda: «Finora il Comune non ha messo un euro per l’Anm».
NAPOLI Usa parole semplici e concetti molto chiari il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per descrivere la situazione dell’Anm: «Da gennaio — spiega — il proprietario dell’azienda non ha messo un euro». E il proprietario, unico, è il Comune di Napoli. Ma non solo. Perché il presidente della Regione precisa un concetto che certo non agevola il sindaco de Magistris, quando rivela: «Si sta andando avanti soltanto con i soldi della Regione e del consorzio Unico Campania sulla vendita dei biglietti». Durante l’inaugurazione della stazione della Circumvesuviana di Madonnelle a Ponticelli, il governatore elenca quelli che definisce «numeri molto chiari: la Regione — sono parole di De Luca — ci mette 58 milioni e mezzo di euro. L’Anm ha un debito di 80 milioni 12 dei quali verso la Regione, di questi 10 verso l’Eav per fitto di bus non pagati. Inoltre, vantiamo un credito di 5 milioni per il servizio di lampade votive. Il Comune per parte sua dovrebbe stanziare 54 milioni, ma al momento non ci sono. Per cui si va avanti con i soldi della Regione e di Unico Campania». Il numero uno di palazzo Santa Lucia, però, non si tira dietro. «Siamo disposti a dare una mano — promette — ma se il proprietario, ribadisco la gestione è del Comune di Napoli, di Anm non mette un euro non possiamo fare di più».
Parole che qualche chilometri più in là di Palazzo Santa Lucia, in Municipio, vengono colte con una certa preoccupazione. Mentre su Facebook il sindaco traccia le ipotesi per il futuro dell’Anm: «La vicenda Anm ha tre sbocchi — dice—: l’azienda fallisce e si mette sul mercato, prospettiva che ad oggi non è più impossibile che si verifichi; la sopravvivenza, tramite privatizzazione. E poi la vera sfida, cioè il rilancio». Il sindaco annuncia poi per domani sera «un incontro importantissimo con le sigle sindacali nel quale mostreremo il nostro piano, con una delibera di indirizzo sul futuro di Anm appena approvata dalla giunta. I sindacati devono capire che questo è un giro di boa decisivo, e sono convinto che ci sarà senso di responsabilità. Se non si risolve, mezz’ora di attesa alle fermate dei bus sarà un tempo ginevrino per diversi mesi». Parole piene di preoccupazione ma non polemiche verso De Luca, al quale, invece, de Magistris sembra chiedere una tregua in nome del salvataggio dell’Anm. «Dobbiamo salvare l’azienda, garantire tutti i diritti dei lavoratori e dare finalmente un servizio efficiente», dice l’ex pm. E per raggiungere questo obiettivo de Magistris si appella alla «leale collaborazione di tutte le istituzioni che doverosamente si devono interessare: Regione e il Governo. Il Comune, ovvio, farà la sua parte. Si tratta di garantire servizi ai cittadini».
Concetti che, tra lunedì e martedì prossimo, il sindaco ribadirà di persona a De Luca con cui è in programma un vertice sui trasporti. Ma l’ex magistrato si dice sicuro che «De Luca non si girerà dall’altra parte, altrimenti la situazione non si risolve più. A De Luca proporrò un grande rilancio dell’azienda».
Intanto Nino Simeone, presidente della Commissione Mobilità targato Dema, attacca il management e gli assessori della giunta de Magistris che hanno seguito finora la vicenda Anm: «Si poteva e si doveva fare diversamente — è il commento di Simeone —. Adesso si cambi registro, si mantengano gli impegni assunti e sottoscritti con i lavoratori, come il premio di produzione. Si ripristinino gli orari fino alle 24 per Funicolari e Metro, si metta mano alla riqualificazione del personale e si attivi un servizio di controlleria serio: l’evasione tariffaria è a livelli altissimi. Per noi tutti questa è l’ultima chiamata. I napoletani non ci perdonerebbero un ulteriore fallimento». Proprio così.
La Regione Hanno un debito di 80 milioni 12 dei quali verso di noi Simeone Adesso bisogna fare chiarezza sul futuro dei lavoratori