Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dries Mertens finisce nella lista dei papabili per il «pallone d’oro»
24 gol e 11 assist nel 2017 in serie A, il migliore di tutti, anche di Dzeko, candidato come Mertens per il Pallone d’Oro nella settimana che porta a Roma-Napoli, e di Higuain. 28 gol e 13 assist è il dato complessivo nel 2017 con la maglia azzurra, considerando anche la Coppa Italia e la Champions League ma i numeri sono poesia se si considera anche la Nazionale.
Mertens è tra i 30 candidati al Pallone d’Oro con 30 gol e 16 assist perché bisogna aggiungere il bottino contro Grecia, Estonia e Gibilterra. Le due reti con i Diavoli Rossi sono le uniche messe a segno non da centravanti, la posizione che l’ha portato tra i più grandi al mondo, così come recita la definizione di France Football: «Per la sua straordinaria efficacia sotto porta. Il Napoli è riuscito a crescere nonostante l’addio di Higuain e gli infortuni di Milik ed ha trovato un grande finalizzatore in Dries». In maglia azzurra Mertens ha realizzato 77 reti, 27 in meno rispetto a Cavani che nel 2013 fu candidato per il Pallone d’Oro. Il Matador e «Ciro Mertens», due storie completamente diverse con degli aspetti in comune: la migrazione dalla fascia al centro dell’attacco e l’istinto animale per il gol. Cavani era il leader del progetto tecnico del Napoli di Mazzarri, Mertens rappresenta il trionfo di una soluzione nata in emergenza, un anno fa Dries era alle spalle di Insigne nel consueto ballottaggio sulla fascia sinistra. Nella stagione della candidatura per il Pallone d’Oro, Cavani realizzò 41 reti nel Napoli. Era la prima volta che un giocatore in maglia azzurra aspirasse ad un premio così importante, Maradona non ha mai vinto il Pallone d’Oro perché a quei tempi i sudamericani ne erano esclusi. Dopo il Mondiale del 1986 ne inventarono uno alla carriera per lui che poi fu rubato nell’89, durante l’assalto al Banco di Napoli. Mertens è il voltocopertina del Napoli di Sarri, il marchio della continuità, del progetto tecnico che ha totalizzato dodici vittorie consecutive tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella in corso. Il suo rinnovo è stato faticoso, trattenere un trentenne diventato un talento di livello internazionale rappresenta una missione compiuta da De Laurentiis. L’ingaggio di Mertens è di 4 milioni, ci sono poi i bonus, uno inventato per la sua permanenza a Napoli, una percentuale sulla vendita già stabilita e un premio se dovesse superare la quota di 30 gol. Un numero che torna, quasi a rappresentare il nuovo orizzonte raggiunto proprio alla soglia dei trent’anni. La clausola s’avvicina a 30, è di 28 milioni di euro, naturalmente è valida solo per l’estero ma Manchester United, Arsenal, Chelsea e Barcellona sono già sulle tracce di Mertens, un centravanti duttile, che in qualsiasi momento può ritornare sulla fascia, al ruolo originario. Il Napoli intanto si gode il suo campione, amato in città anche per i comportamenti fuori dal campo, per la sua capacità di entrare nel vissuto quotidiano di Napoli. Il 30 è costante nel suo percorso, la lode potrebbe essere lo scudetto, un sogno condiviso con il suo compagno Insigne, lo scugnizzo innamorato del Napoli: «Sono stato scartato da Torino ed Inter per la mia altezza. Oggi posso dire che è stato un bene, ho potuto coronare il sogno di indossare la maglia azzurra». Il Napoli, che non guarda alla sua statura, ha nei piccoletti Insigne e Mertens i campioni per i suoi sogni.