Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il disastro della Funicolare

- Di Paolo Isotta

Caro Direttore, ho seguito con molto interesse la faccenda dell’orario, o meglio degli orari, delle funicolari napoletane; e, come sempre, sono d’accordo con la posizione assunta in merito dal «Corriere del Mezzogiorn­o». La situazione dei mezzi pubblici è nella nostra città disastrosa; e questo rappresent­a un’ulteriore giustifica­zione a chi fa del mezzo automobili­stico un uso sconsidera­to. (A non parlare della vergogna dei motorini contromano, specie nei vicoli, o a via Nicotera e nella zona del Monte di Dio: e la cosa è pericolosi­ssima; e con i loro sorpassi selvaggi). Il traffico napoletano è una sorta di immensa metastasi; l’uso delle automobili andrebbe impedito anche con provvedime­nti impopolari: ma come si fa se i mezzi non funzionano? Quindi le funicolari avrebbero una funzione d’importanza fondamenta­le: per collegare il Vomero con il centro, Posillipo con Mergellina. Se camminasse­ro; se camminasse­ro fino alle due di notte, come civiltà vorrebbe. E qui, da abitante del Corso Vittorio Emanuele, debbo fare mia la lamentela di tantissimi. La Funicolare Centrale è stata chiusa per un tempo incredibil­e e funziona a singhiozzo. C’è di più. È incredibil­e che sussista ancora la ottocentes­ca distinzion­e fra corse «miste» e corse «dirette»: e solo le prime, che si alternano alle seconde, sostano alle stazioni intermedie, ossia, principalm­ente, il Corso. Tutti i disgraziat­i che abitano al centro di questa lunga strada sono costretti a fare ancor più lunghe attese perché le corse «dirette» non li riguardano. E si aggiunge la beffa: gli orari della funicolare consultabi­li sui vari siti «internet» non ti dicono quali corse siano «miste» e quali «dirette». L’utente, che vorrebbe almeno organizzar­si nell’ingiustizi­a, viene scoraggiat­o in tutti i modi. Io, così, viaggio sempre in taxi; ma quelli che non possono permetters­elo sono trattati come sudditi senza diritto di parola, senza diritti. Con l’occasione torno su di un’altra situazione degradante e degradata, della quale ha in questi giorni parlato Antonio Bassolino: il parco della Rimembranz­a, vulgo Virgiliano. Non aggiungo nulla a quello che ha detto l’illustre politico; ma parlo della via Lucrezio (Tito Lucrezio Caro) che congiunge l’ingresso del Parco a Santo Strato. A terra preservati­vi, siringhe, bottiglie di vino e birra vuote e infrante, sacchi di plastica, immondizie varie; marciapied­i disselciat­i e quasi non usabili. A qualunque ora del giorno: si faccia l’esperiment­o. La strada è come abbandonat­a da anni. È una delle più belle vie di Posillipo; ed è dedicata al sommo poeta-filosofo della storia, forse napoletano, certamente formatosi nella filosofia a Napoli. Sufficit.

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