Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il disastro della Funicolare
Caro Direttore, ho seguito con molto interesse la faccenda dell’orario, o meglio degli orari, delle funicolari napoletane; e, come sempre, sono d’accordo con la posizione assunta in merito dal «Corriere del Mezzogiorno». La situazione dei mezzi pubblici è nella nostra città disastrosa; e questo rappresenta un’ulteriore giustificazione a chi fa del mezzo automobilistico un uso sconsiderato. (A non parlare della vergogna dei motorini contromano, specie nei vicoli, o a via Nicotera e nella zona del Monte di Dio: e la cosa è pericolosissima; e con i loro sorpassi selvaggi). Il traffico napoletano è una sorta di immensa metastasi; l’uso delle automobili andrebbe impedito anche con provvedimenti impopolari: ma come si fa se i mezzi non funzionano? Quindi le funicolari avrebbero una funzione d’importanza fondamentale: per collegare il Vomero con il centro, Posillipo con Mergellina. Se camminassero; se camminassero fino alle due di notte, come civiltà vorrebbe. E qui, da abitante del Corso Vittorio Emanuele, debbo fare mia la lamentela di tantissimi. La Funicolare Centrale è stata chiusa per un tempo incredibile e funziona a singhiozzo. C’è di più. È incredibile che sussista ancora la ottocentesca distinzione fra corse «miste» e corse «dirette»: e solo le prime, che si alternano alle seconde, sostano alle stazioni intermedie, ossia, principalmente, il Corso. Tutti i disgraziati che abitano al centro di questa lunga strada sono costretti a fare ancor più lunghe attese perché le corse «dirette» non li riguardano. E si aggiunge la beffa: gli orari della funicolare consultabili sui vari siti «internet» non ti dicono quali corse siano «miste» e quali «dirette». L’utente, che vorrebbe almeno organizzarsi nell’ingiustizia, viene scoraggiato in tutti i modi. Io, così, viaggio sempre in taxi; ma quelli che non possono permetterselo sono trattati come sudditi senza diritto di parola, senza diritti. Con l’occasione torno su di un’altra situazione degradante e degradata, della quale ha in questi giorni parlato Antonio Bassolino: il parco della Rimembranza, vulgo Virgiliano. Non aggiungo nulla a quello che ha detto l’illustre politico; ma parlo della via Lucrezio (Tito Lucrezio Caro) che congiunge l’ingresso del Parco a Santo Strato. A terra preservativi, siringhe, bottiglie di vino e birra vuote e infrante, sacchi di plastica, immondizie varie; marciapiedi disselciati e quasi non usabili. A qualunque ora del giorno: si faccia l’esperimento. La strada è come abbandonata da anni. È una delle più belle vie di Posillipo; ed è dedicata al sommo poeta-filosofo della storia, forse napoletano, certamente formatosi nella filosofia a Napoli. Sufficit.