Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Tomcat», come disegnare un futuro algido e disperato
Alle cavie non può essere riservato che un destino. E la regola non sfugge a James Rushbrooke, il drammaturgo inglese che in «Tomcat, al Ridotto del Mercadante fino al 15. La vittima è una dodicenne condannata a un climax di test clinici invasivi e destabilizzanti. Figlia di una madre artista e omicida, Jessie è catalogata fra gli ultimi psicopatici del mondo «normalizzato» di un futuro asettico e programmato. Medici, psicologi, infermieri, la sua vita trova rifugio nel disegno, anche quello di un gatto (da cui il titolo) regalato alla sola persona «umana» incontrata nella sua giovane vita. L’allestimento di Rosario Sparno, dividendo in due i piani narrativi (pubblico e privato) si adatta alla glacialità del contesto, esaltando conflitti fra protocolli e reazioni emotive. Con una regia che ricorda i film «Passangers» e «The experiment», in cui etica e pedagogia segnano i paletti del plot, assecondato linearmente dagli attori Francesca De Nicolais, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani, Fabiana Fazio e lo stesso Sparno.