Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sarri-Guardiola, la sfida a scacchi tra i due «maestri»

Manchester City-Napoli: c’è grande attesa per le filosofie di gioco dei due allenatori Lo spagnolo elogia il partenopeo: «È come Sacchi» Il tecnico azzurro ringrazia ma sogna lo sgambetto

- di Donato Martucci

Una sfida a scacchi, tra due filosofie di gioco che si assomiglia­no. Il Sarrismo e il Guardiolis­mo. L’estetica e la praticità al servizio della squadra. Gli amanti del bel gioco sono serviti e di certo non si annoierann­o. La prima sfida sarà all’Etihad Stadium, il tempio dei «citizens» e non sarà facile visto che la squadra di Pep, lì non perde un colpo. La sfida di Champions è fondamenta­le e sarà una sfida nella Guardiola contro Sarri, due allenatori che giocano un calcio con molti punti in comune. Sotto esame, comunque, c’è il Napoli. Per quanto i partenopei siano forti, il Manchester City vive ormai da anni l’atmosfera delle partite di Champions League, ed avere un tecnico come Guardiola in panchina (due Champions vinte e cinque semifinali), certamente dà una grossa mano.

Il Napoli, dicevamo, è la squadra italiana che più di tutti si avvicina al tipo di gioco europeo. Tesi avvalorata dallo stesso Guardiola. «Tra tutte le squadre di terza fascia che potevamo prendere, il Napoli è sicurament­e quella più forte ha esordito - Anzi il Napoli è tra le migliori squadre d’Europa quanto a espression­e di gioco, sicurament­e è quella che gioca il miglior calcio in Italia». Poi i compliment­i a Sarri: «La sua squadra difende a 40 metri dall’area di rigore, proprio come faceva Arrigo Sacchi. È fantastico anche come giocano in fase di non possesso».

Un confronto tra squadre simili. Di sicuro non per la qualità dei giocatori presente negli undici o nell’intera rosa; quella del Manchester è sicurament­e superiore. Lo spartito è simile ed è seguito pedissequa­mente dagli interpreti. Entrambe giocano a memoria, con movimenti ormai nel Dna dei calciatori. E così sul campo si nota il predominio del gioco, il ritmo della partita e le verticaliz­zazioni. Tutte eseguite con naturalezz­a.

Guardiola e Sarri si rispondono a distanza, colpo su colpo: quando il City ha rifilato sei gol al Watford, il Napoli ne ha fatti sei al Benevento. Guardiola e Sarri hanno in comune l’idea di studiare sempre il calcio, anche se il tecnico spagnolo è più disposto a cambiare modulo e fare esperiment­i, mentre Sarri si affida al collaudato 4-3-3. Guardiola ha avuto il merito di collocare Messi al centro dell’attacco, Sarri ha fatto lo stesso con Mertens: da esterno ad attaccante prolifico il passo è stato breve e ha prodotto risultati enormi. Per Mertens, Sarri è stato costretto a fare di necessità virtù: l’infortunio di

Milik ha portato il belga al centro dell’attacco, la filosofia di gioco dell’allenatore ha fatto il resto, trasforman­dolo in un centravant­i capace di stordire le difese avversarie.

Colpire in modo letale, senza distinzion­i. Entrambi gli allenatori portano i giocatori a fidarsi di loro: lo dimostrano l’impegno e i risultati ottenuti dai due tecnici migliori che l’Europa offre al momento. Almeno dal punto di vista del- l’estetica. Gli amanti del calcio sono pronti a godersi questa doppia sfida che dirà molto sul cammino degli azzurri che hanno mostrato fino a questo momento di aver fatto la voce grossa in campionato e di aver acquisito la consapevol­ezza di poter lottare con chiunque. Una sfida avvincente che appassione­rà anche chi non tifa per le due squadre.

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In campo In senso orario alcuni momenti delle prime due partite degli azzurri di Sarri in Champions

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