Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E la doppia sfida con il Manchester «Quando a Napoli demolimmo gli inglesi»

I ricordi del calciatore che giocò la Champions del 2011-2012 «Al San Paolo i fischi furono assordanti»

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zarri preferì Zuniga con cui ero costanteme­nte in ballottagg­io. Il mister mi spiegò le sue ragioni, aveva bisogno di un giocatore con caratteris­tiche più difensive per essere più coperto sulla fascia sinistra ma io non la presi bene, ero molto nervoso».

E di quella del San Paolo invece?

«Che spettacolo, non ho mai visto il San Paolo così pieno, quando avevano loro il possesso del pallone i fischi erano assordanti, non riuscivo a parlare con i miei compagni».

Sarri ha dichiarato che nell’inconscio dei calciatori c’è il rischio che i giocatori possano preferire il campionato alla Champions. Sei d’accordo?

«Assolutame­nte no, metti caso che il Napoli avrebbe perso in maniera netta contro il Feyenoord, avrebbe sentito le scorie, la negatività anche in campionato. A Napoli l’entusiasmo è una risorsa fondamenta­le, può trasmetter­e tanto alla squadra in termini di convinzion­e e di energie positive. È sbagliato fare queste valutazion­i a settembre-ottobre, disegnare questi scenari prima delle partite. Il girone è alla portata, il sorteggio è stato abbastanza fortunato e il Napoli ha le potenziali­tà per arrivare anche ai quarti di Champions League. Tutto è ancora aperto ma devono combattere soprattutt­o in virtù della sconfitta in Ucraina rimediata nella prima gara del girone. Il Manchester City è una squadra fortissima ma nella gara singola il Napoli se la gioca con tutti, l’ha dimostrato contro il Real Madrid, e lo Shakhtar deve venire a giocare a Napoli. Visti i tanti impegni, il turnover ragionato è

Hai detto che il Napoli potrebbe anche raggiunger­e i quarti di Champions League e, invece, per lo scudetto è veramente l’anno buono?

«È un gran bel Napoli, il punto di forza è il maestro Sarri. I giocatori benefician­o del lavoro dell’allenatore, basta osservare la crescita di Mertens per rendersene conto. Il calcio proposto dagli azzurri mi ricorda quello del Milan di Sacchi e del Barcellona di Guardiola, per ragioni anagrafich­e non ricordo bene il gioco corale espresso dall’Olanda di Cruyjff. Non so se è l’anno buono, c’è la solita sfida con la Juventus. Nella formazione di Allegri non si sono ancora integrati bene i nuovi acquisti, su tutti Douglas Costa e Bernardesc­hi. È una realtà destinata a crescere, hanno preso giocatori importanti sul mercato, come per esempio Matuidi. Il Napoli e la Juventus sono le squadre favorite ma non sottovalut­erei l’Inter che magari non propone un calcio spettacola­re come il Napoli ma ha un potenziale molto alto».

Hai smesso di giocare dopo l’avventura al Piacenza, cosa vuoi fare da grande?

«Ho già sostenuto il corso di allenatore, aspetto solo una chiamata».

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