Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mansur, dal 2008 proprietario del City
Il caso Neymar è stato l’argomento dell’estate, il suo acquisto da parte del Paris Saint Germain è dovuto più a ragioni politiche che calcistiche, serve a rompere l’isolamento del Qatar in vista dei Mondiali del 2022. Calcio e politica internazionale, grandi relazioni di business che utilizzano il mondo del pallone solo come strumento, non si tratta di una novità nel sistema attuale. Il Manchester City ha proprietà araba dal 2008, appartiene a Mansur Bin Zayd Al Nahyan, fratellastro del presidente degli Emirati Arabi Uniti Khalifa Bin Zayed Al Nahayan, in carica da circa tredici anni. Mansur è anche il fondatore dell’Adug (Abu Dhabi United Group for Development and Investment), società che detiene anche il New York Football City, la squadra in cui ha chiuso la carriera Frank Lampard, e controlla tanti investimenti immobiliari a Manchester. Il regno di Mansur non finisce qui, è anche presidente dell’Al Jazira Club, società polisportiva impegnata in varie discipline, dal basket al tennis tavolo. La squadra di calcio è campione in carica nel campionato degli Emirati Arabi Uniti. I grandi investimenti dei Citizens hanno sullo sfondo l’impatto finanziario degli sceicchi che hanno reso una potenza del calcio mondiale. Il primo grande colpo fu Robinho, acquistato dal Real Madrid per 42 milioni di euro, poi tante altre mosse di mercato molto costose aggirando le regole del fair play finanziario grazie al proprio sponsor principale, l’Etihad, la compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti con sede ad Abu Dhabi. Le cifre elargite finora per la compravendita dei calciatori non hanno prodotto risultati all’altezza, visto che il City con la proprietà araba ha portato a casa solo una Premier League, quattro coppe nazionali e in Champions League non è andata oltre la semifinale.
Il Manchester City e il Psg sono le contraddizioni del fair play finanziario, gli esempi delle difficoltà del sistemacalcio a reggere al cospetto di esigenze geopolitiche estranee alle regole del pallone. Tra i due club c’è anche un legame, Mansur è il cugino di Tamim Bin Hamad Al Thani, fondatore della Qatar Sport Investments, che detiene il Psg.