Corriere del Mezzogiorno (Campania)

È stata una lezione che può (anche) far bene

- Di Monica Scozzafava

La foto della sfida proibita è il volto di Mertens sul dischetto del rigore.

Il più sfrontato della squadra di Sarri, quello che non ha paura neanche dei diavoli, ha calciato senza neanche guardare il portiere. Ha abbassato lo sguardo, ha tirato debole e centrale. I rigori si sbagliano e la storia del calcio ci racconta di tanti errori dei «grandi», ma la paura di Mertens dice di più dell’errore in sè. Era stato onesto, Sarri, alla vigilia della partita, definendol­a una «sfida impossibil­e». Più onesto del collega Guardiola che rispetto al Napoli aveva gridato «wow». La sconfitta non è pesantissi­ma nei numeri. Ma il risultato conta in maniera relativa, così come è relativo lo scatto d’orgoglio e di grande personalit­à che gli azzurri hanno avuto nel secondo tempo, trovando il gol su rigore con Diawara che, dieci anni in meno di Mertens, non ha avuto paura. Conta invece la consapevol­ezza che il giardino fiorito del Napoli si chiama Italia. Che i top player in maglia azzurra sono tali in senso assoluto entro i confini della serie A, del campionato che legittimam­ente la squadra di Sarri sta dominando. Il girone di Champions non passa certo dalla sconfitta all’Etihad Stadium, ma su quel campo è arrivata una battuta d’arresto che può essere addirittur­a salutare per la stagione «nazionale» del Napoli. Se gestita, a livello mentale, può dare ancora maggiore consapevol­ezza verso il raggiungim­ento del traguardo tricolore. Sarà importante metabolizz­are il concetto «relativo» di grande, senza però viverlo come una diminutio. L’oggettivit­à a Sarri non è mai sfuggita e siamo certi che la mezzora micidiale del City non l’ha sorpreso più di tanto. Ai suoi non aveva certo detto di mettersi lì ed aspettare, sarebbe stata idea suicida, ma lo strapotere degli avversari è stato nella forza del gioco e in quella mentale e fisica dei singoli. Ed è stato in quei trentacinq­ue minuti iniziali che la partita è stata scritta. La ripresa è stata più sciolta, più a misura del Napoli, che ha potuto dar sfoggio di personalit­à e carattere. Sabato c’è l’Inter in campionato, nel giardino dove le rose possono e devono fiorire. Anche ripartendo dalla sconfitta di ieri.

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