Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rosa e Ali, patto tra i genitori «Aiutiamoci, così li ritroveremo»
La famiglia di Sant’Antimo a Brescia dai parenti del pakistano sospettato di terrorismo Nuovi particolari sulla fuga: poche ore prima di sparire la ragazza ricevette un telefonino
NAPOLI Li hanno abbracciati e hanno promesso di aiutarli: chissà se i genitori di Ali Qasib erano sinceri, ma quelli di Rosa Di Domenico, almeno, adesso hanno una speranza in più. L’incontro tra le famiglie della ragazza scomparsa lo scorso maggio da Sant’Antimo e del giovane pakistano che è sospettato di averla rapita e portata all’estero è avvenuto nei giorni scorsi a Brescia, dove i Qasib vivono da anni in una villetta di periferia. Un ampio servizio sarà trasmesso questa sera su Rai 3, nel corso della trasmissione «Chi l’ha visto?» condotta da Federica Sciarelli, che da mesi segue il caso.
I Di Domenico, che si battono per ritrovare la loro figlia quindicenne, non hanno voluto lasciare nulla di intentato. E, dopo essersi consultati con l’avvocato Maurizio Lojacono, che li assiste gratuitamente, hanno deciso di volare a Brescia. I genitori di Ali ripetono da mesi che del figlio hanno perso le tracce anche loro e si sono impegnati a riferire agli inquirenti novità, se ne avessero. La madre del giovane, che ha gravi problemi di salute, ha tenuto a lungo la mano dell’altra madre tra le sue. Si vedrà se l’incontro darà qualche frutto.
Intanto prosegue il lavoro dei magistrati che seguono il caso di Rosa: le inchieste aperte sono tre e procedono in maniera parallela. Il primo fascicolo è quello aperto dal pm di Napoli Nord Rossana Esposito: indaga per sequestro di persona dal momento che Sant’Antimo, la città da cui l’adolescente è scomparsa, è territorio di competenza di quella Procura. C’è poi il fascicolo sulle immagini porno che Rosa è stata costretta a inviare al pakistano e che sono state ritrovate dai genitori nei suoi supporti informatici: il reato è di competenza distrettuale e dunque se ne occupa la Procura di Napoli (il pm Luigi Santulli della sezione fasce deboli). Nei mesi scorsi un altro sostituto aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip aveva respinto la richiesta. Il terzo fascicolo, aperto di recente, è quello che forse potrebbe portare a una svolta: il procuratore aggiunto Rosa Volpe indaga per terrorismo. Ci sono elementi per ritenere, infatti, che Ali Qasib sia in contatto con persone legate all’estremismo islamico. Persone che vivono in Lombardia, ma anche in Campania: a Sant’Antimo e nei centri vicini, infatti, c’è una folta colonia di pakistani e in genere di immigrati di fede musulmana. Rosa potrebbe essere stata plagiata e condotta all’estero, dove forse ora vive con un’altra identità.
L’avvocato Lojacono ha raccolto diversi indizi che ha subito girato ai magistrati: si tratta di nomi di persone che potrebbero avere aiutato il giovane nel sequestro a maggio e potrebbero aiutarlo oggi a nascondersi e a nascondere Rosa.
È stato aggiunto anche un nuovo tassello al mosaico: poche ore prima di scomparire, Rosa Di Domenico ha incontrato a Sant’Antimo un giovane pakistano amico di Ali, che le ha consegnato un telefono e l’ha invitata a fare una telefonata. L’allontanamento della ragazzina, dunque, era stato organizzato in tutti i dettagli. Secondo l’avvocato Lojacono ci sono indizi per ritenere che Qasib si trovi in Europa. Ma non si tralascia alcuna pista: proprio ieri sono stati inviati alla gendarmeria francese i risultati del test del Dna cui si erano sottoposti i genitori di Rosa nei giorni scorsi. Saranno comparati con il Dna di una giovane donna morta e non ancora identificata, le cui caratteristiche fisiche, come l’altezza, corrispondono a quella dell’adolescente di Sant’Antimo.