Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Anci, la casa dei Comuni parla con una voce sola

- Di Domenico Tuccillo

Caro direttore, è apprezzabi­le che il Corriere del Mezzogiorn­o ponga all’attenzione dei suoi lettori, nell’articolo a firma di Simona Brandolini, temi centrali nel governo della Campania.

Abusivismo edilizio, riordino del territorio, riforma dell’abuso d’ufficio costituisc­ono alcuni dei poli di iniziativa dell’Anci Campania. Si tratta di posizioni che rappresent­ano la sintesi di un serio confronto al nostro interno e intendono parlare a tutti i cittadini della Campania, superando vecchi paradigmi e steccati. I sindaci rappresent­ano, infatti, le comunità campane, tutte intere, senza contrappos­izioni partitiche o colore politico.

Per questo motivo, sul tema, molto sensibile, dell’abusivismo edilizio e del Ddl Falanga, l’Esecutivo Anci, pochi giorni fa, ha approvato un documento che prende atto della realtà di un territorio, come quello campano, segnato da uno sviluppo disordinat­o con settantami­la gli immobili abusivi. La strada maestra, ne siamo ben consapevol­i, è immaginare una soluzione organica del problema che, coinvolgen­do i Comuni e i sindaci, ridisegni con chiarezza la geografia urbanistic­a dei territori, verifichi la recuperabi­lità di quegli immobili che sono inseriti in contesti ormai urbanizzat­i, e preveda abbattimen­ti, senza condizioni, da parte del Genio militare di quelli costruiti in zone vincolate o su terreni demaniali.

In mancanza di un’iniziativa del genere, il Ddl Falanga appare come una risposta, seppure incompleta e parziale, a un problema che esiste e che oggi viene scaricato unicamente sui sindaci della Campania.

A tal proposito ho già chiesto al presidente Anci, Antonio Decaro, e al presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco, un incontro urgente per condivider­e un orientamen­to e un’iniziativa, a livello nazionale, sulla delicata questione.

Sulla questione di una riforma dell’abuso d’ufficio, secondo le linee indicate dal presidente Anac, Raffaele Cantone, mi limito solo a dire che la posizione espressa, e che trova riscontro in quelle manifestat­e dai vertici dell’Anci nazionale, serve solo a sottrarre i sindaci dalle braci dell’insicurezz­a e della diffidenza da parte delle comunità che amministra­no, scongiuran­do l’immobilism­o amministra­tivo.

La ringrazio, infine, di avermi dato la possibilit­à di conoscere, attraverso il Corriere, anche il pensiero del sindaco Carlo Marino, che fino ad oggi mi era ignoto, anche perché, nei rari casi in cui ha partecipat­o alle riunioni tra sindaci da me indette, ha brillato soltanto per il suo silenzio.

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