Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fuori controllo
A parte le trivellazioni ordinate dalla Procura, spinte fino a verificare se l’inquinamento del sottosuolo possa aver compromesso anche la falda acquifera, ora si parla anche di prove documentali, di corrispondenze «scomode» tra la ditta incaricata di realizzare parte dell’opera e le istituzioni locali.
Vedremo. Quel che emerge è però già abbastanza. E autorizza a dire che siamo messi ancora molto male. Un territorio, infatti, ha poche possibilità di riscatto se risulta essere fuori controllo, cioè non governato, e fuori rete, cioè non connesso al resto del mondo. Ebbene, Afragola rischia di confermare entrambe le distorsioni. Qui più che altrove, in piena «Terra dei fuochi», il territorio è fuori controllo per varie ragioni, ma soprattutto perché il ciclo dei rifiuti in Campania ancora non è completo.
Qui, nonostante l’inceneritore di Acerra, l’impiantistica per lo smaltimento resta insufficiente. Questo, da un lato, spinge la camorra a fare affari d’oro; dall’altro crea opportunità per operazioni assistenzialiste e clientelari tipo «Campania Ambiente», la società regionale che, sebbene abbia 400 dipendenti, non garantisce affatto lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Senza dire degli inquietanti intrecci di interessi che questo quadro può determinare. Afragola, poi, è il simbolo ultimo di una «sconnessione» che in Campania sta assumendo dimensioni ormai paradossali.
La stazione progettata da Zaha Hadid, come si sa, è nata priva del collegamento ferroviario con Napoli. Il che la rende marginale rispetto al traffico ferroviario nazionale. Ma questa è anche la regione che ha due interporti ( Nola e Marcianise ) scollegati sia tra di loro sia dal porto. Dove un aeroporto, quello di Capodichino, si è sviluppato (benissimo, per carità) lì dove, però, il piano regolatore non lo prevede, e che è raggiungibile solo via auto o via autobus. E dove la metropolitana napoletana, pur tra le più belle del mondo, è ancora incompleta dopo decenni. Risultato: Napoli è nona, tra le aree metropolitane, per la qualità della mobilità; il 42% dei napoletani usa l’auto per spostarsi; e il 56% di quelli che invece ricorrono agli autobus li aspettano in media venti minuti. Un quadro disastroso cui mancava, appunto, solo il dettaglio di Afragola.