Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Una sala dedicata alla battaglia del Volturno»
Alla Reggia di Caserta per parlare di bellezza «out of the box» Felicori: i grandi musei adottino i più piccoli
«Mi piacerebbe aprire una sala dedicata alla battaglia del Volturno e anche recuperare il museo dell’opera che racconta come è nata la Reggia e che è chiuso da anni». Mauro Felicori, vulcanico direttore del sito vanvitelliano, annuncia novità e progetti per il futuro. «I grandi siti come quello che dirigo dovrebbero farsi capofila e adottare quelli più piccoli, nella seconda parte della riforma Franceschini».
Una sala nella Reggia di Caserta dedicata alla battaglia del Volturno, quella del 1860, con le truppe borboniche impegnate nel vano tentativo di bloccare l’avanzata dei garibaldini. È una delle idee del vulcanico Mauro Felicori, padrone di casa che oggi accoglierà la community di CasaCorriere.
L’iniziativa è alla sua prima trasferta fuori Napoli e mostrerà angoli poco conosciuti della dimora vanvitelliana. Dalle 11, ogni 5 minuti, partiranno le visite guidate (già sold out da giorni) per il camminamento della volta ellittica e i giardini della Flora.Per poi confluire alle cavallerize dove, alle 12, si terrà il talk «Out of the box», dedicato a Impresa, Cultura e Bellezza nella loro narrazione fuori dagli schemi. Apre l’incontro il direttore del Corriere del
Mezzogiorno Enzo d’Errico, segue il dibattito condotto da Paolo Conti, editorialista del
Corriere della Sera, con Antimo Cesaro, sottosegretario ai Beni culturali del Mibact; Antonio Bottiglieri, presidente di Scabec; gli imprenditori Alessandra Rubino, ad di Kimbo, Michele Pontecorvo Ricciardi, consigliere delegato alla corporate identity, comunicazione e Csr Ferrarelle, e Domenico Raimondo, presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana dop. Gli scrittori Ester Viola e Massimiliano Virgilio dedicheranno una lettera una «d’amore alla bellezza» e una alla «tirannia della bellezza». Chiusura musicale con Peppe Servillo e i Solis String Quartet, prima della carezza gastronomica degli chef Peppe Daddio e Franco Pepe.
E la bellezza stessa della Reggia vanvitelliana è un punto da cui partire per rilanciare l’intera provincia, ne è convinto il direttore Felicori: «La Reggia ha delle responsabilità verso il proprio territorio, in quanto forte attrattore. In effetti il sito è capofila di un insieme di luoghi e itinerari, si potrebbe pensare a una sorta di adozione dei maggiori nei confronti dei minori. Potrebbe essere la seconda tappa della riforma Franceschini che sta dando ottimi frutti ovunque. Già oggi i siti come la Reggia versano al Ministero il 20 per cento delle entrate, si potrebbe immaginare un versamento diretto della Reggia ai siti borbonici, entro un unico itinerario». Sempre legata allo stesso tema la proposta della sala dedicata alla battaglia del Volturno, ma Felicori non si ferma qui: «Intanto vorrei riaprire il Museo dell’opera che testimonia come fu costruita la Reggia. È chiuso da anni, io ci sto pensando da tempo, lo vedrei negli Appartamenti Reali con tutti gli oggetti preziosi, il mobilio, mentre nei sotterranei lascerei le testimonianze legate al territorio, come i resti di una necropoli sannita, che andrebbero comunque riproposte al pubblico».
Partner di CasaCorriere anche la Scabec, il cui presidente Antonio Bottiglieri spiega: «In questo confronto pubblico sul Sud che vede al centro innovazione e imprese al servizio dell’arte la politica della Regione Campania con De Luca vuole avere un ruolo importante. Non la politica intesa come burocrazia ingerente, come apparati e strategie di appartenenza, bensì la politica delle idee e delle buone pratiche. Solo la cultura in Campania e nel Mezzogiorno può trascinare oggi la politica “fuori dagli schemi”, contro corrente, regalandole una visione. La Società che presiedo, che della politica culturale regionale è lo strumento operativo, pertanto mira a pensare un modo diverso di operare: essere al servizio dell’arte».
Sulla stessa linea Antimo Cesaro: «Ancora una volta CasaCorriere si offre quale stimolante palcoscenico per fare il punto sull’importanza dei beni culturali nelle aree del Mezzogiorno ed in particolare nel Casertano, di cui la Reggia è la gemma più preziosa. Affinché si possa parlare di piena valorizzazione dei nostri tesori storico-artistici non basta però bearsi dell’incremento dei visitatori e dei turisti. Occorre che i decisori politici, la classe dirigente pubblica, il sistema imprenditoriale, le organizzazioni di categoria lavorino in sinergia per farne, in primo luogo, una fonte di occupazione per i nostri giovani e un indotto economico per tutto il territorio».