Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Chiaia e Posillipo le zone meno virtuose Differenziata al top ai Quartieri Spagnoli
NAPOLI La mappa dell’inciviltà napoletana è chiarissima. Come un tabellone del Risiko, i quartieri della città hanno colori diversi in base al livello di virtù, generalmente scarso. All’Asìa sono bastati alcuni mesi di controlli e indagini — quartiere per quartiere — per capire come i napoletani affrontano l’impegno della raccolta differenziata.
Napoli è molto democratica nella sua indisciplina, ma quando si tratta di rifiuti sono le zone cosiddette «bene» che si distinguono per comportamenti poco corretti. Via Petrarca, via Posillipo, Chiaia, la stessa via Aniello Falcone sono gli emblemi di una gestione dei rifiuti assolutamente dissennata. Aree dove spesso esiste una intermediazione, insomma sono i domestici di casa a gettar via materialmente i rifiuti, che non può comunque costituire un alibi. Insomma non ci sono scuse che tengano. Risponde del mancato conferimento in versione «differenziata» il padrone di casa e non si possono scaricare responsabilità su cameriere o portieri. Cosa si rischia? Una multa che, in base al regolamento comunale, arriva fino a 200 euro. Nei quartieri «alti» i servizi di controllo, in questo caso affidati alla polizia municipale, hanno stanato anche i tanti che si liberano dei sacchetti dell’umido a tutte le ore del giorno e non — come da regolamento — dopo le 20.
Molta indisciplina caratterizza anche le zone degli uffici, ad esempio l’area della City fra via Toledo e piazza Municipio. Anche lì i dipendenti di Asia — indossando guanti e mascherina — hanno frugato fra i rifiuti e trovato vetro, plastica e umido mescolati con rifiuti non riciclabili. Anche in questo caso chi risponde del reato è il titolare dello studio professionale e non il responsabile dell’impresa di pulizie che lavora nei singoli palazzi.
Le zone popolari sono di gran lunga quelle dove la raccolta «intelligente» dei rifiuti funziona. I Quartieri spagnoli sono il simbolo di un «conferimento» domestico che funziona molto meglio che altrove. Il motivo è riferibile al fatto che si tratta di una gestione dell’immondizia diretta. Insomma non ci sono colf o squadre di pulizia a gestire l’incombenza e dunque ciascuno è responsabile in prima persona di un servizio sul quale c’è un controllo incrociato. Insomma gli occhi dei vicini sulla propria virtù pesano e si tende a non fare cattiva figura.
Asìa è stata obbligata a rimuovere le campane per la raccolta delle carta in via Sedile di Porto. La decisione è stata adottata dopo la mancata accettazione di alcuni carichi di carta dagli impianti di recupero: erano fortemente inquinati dalla presenza di grosse quantità di altre frazioni. Asìa ha provveduto così ad eseguire dettagliate indagini sul territorio per individuare le campane della carta «incriminate» per la presenza di rifiuto misto e le ricerche, tutt’ora
La city Indisciplinate anche le zone degli uffici fra via Toledo e piazza Municipio
in corso, hanno evidenziato che quasi tutto il materiale proviene dalle campane bianche in zona università, dove gli ispettori hanno appurato la presenza di umido e rifiuti speciali.
I responsabili di questi sversamenti sono gli addetti di bar e ristoranti e gli operai di alcune ditte che operano in zona — impegnati in ristrutturazioni edilizie — che si sono liberati di materiale edile, elettrico e idraulico nelle campane. Ma numerosi sono anche i privati sorpresi a buttare i propri rifiuti nei contenitori della carta. Che sono stati regolarmente multati.
Una multa che però è poca cosa rispetto ad un problema rilevante. Asìa invoca meccanismi di punizione più severi e parla di un ingente «danno di immagine ed economico arrecato alla comunità».
Intanto, nel solo mese di settembre — sul fronte della differenziata — sono stati raccolte circa 14mila tonnellate di materiali, pari al 33.8 per cento del totale dei rifiuti conferiti, equivalente a ottantanove aliscafi a pieno carico.