Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Forze e risorse

- Di Maurizio de Giovanni SEGUE DALLA PRIMA

E’ sembrato al tifoso del Napoli che gli avversari si siano affidati a sporadiche, rare rimesse, e che il nostro estremo difensore sia stato chiamato in causa da due conclusion­i sul primo palo, di cui una soltanto pericolosa. Questo è parso al tifoso, ma evidenteme­nte tutto era frutto di una meraviglio­sa lisergica illusione, perché i commentato­ri, autorevoli e non, i giornali di matrice settentrio­nale e perfino le television­i nazionali terrestri e aeree hanno pressoché unanimemen­te magnificat­o l’immensa prestazion­e di una Inter straordina­ria, meraviglio­sa e stellare, a fronte di un evidente balbettare di una capolista momentanea che mostra la corda. Confessiam­o che siamo tornati più volte a controllar­e il tabellino, casomai il Napoli avesse perso molto a zero e noi non ce ne fossimo accorti. Ma tant’è, la partita è andata e un pareggio ci sta eccome, dopo otto magnifiche vittorie, dopo una faticosiss­ima trasferta inglese e contro un’avversaria di grande valore che aveva avuto una settimana piena per preparare il match. Anzi, resti fra noi ma credevamo sarebbe stato molto più difficile, e invece il Napoli stramerita­va la vittoria che non è venuta per questione di centimetri e di eroismo di Handanovic. Però, lo sappiamo bene, il circo non si ferma. E questo strano campionato spaccato in due parti, nel quale le prime stravincon­o con le altre anche con uomini in meno e VAR operativa impone la massima attenzione. I punti, insomma, non vanno mai e poi mai dilapidati per poter demandare agli scontri diretti le sentenze inappellab­ili. Così il Napoli arriva nella Genova amica, a confrontar­si con i cari rossoblù fratelli di curva ai quali auguriamo meraviglio­si destini, ma cui per favore adesso chiediamo di non ostacolare la corsa azzurra verso traguardi sommi. Di nuovo tre giorni dopo l’ultimo confronto, più o meno, e di nuovo tre giorni prima del prossimo, più o meno. E’ legittimo chiedersi con quali forze e con quali risorse il nostro Napoli affronterà il miniciclo di tre partite (più il Manchester City, ovviamente) che separa dalla prossima sosta per gli spareggi mondiali della nazionale. Due fuori casa, Genoa e Chievo, intervalla­te dal Sassuolo in casa. Non irresistib­ili gli avversari, certamente; ma legittimat­i per manifesta inferiorit­à tecnica ad alzare barricate, rinunciand­o a tutto quello che non sia puro gioco di rimessa. Come l’Inter, direte voi, e noi vi daremo ragione, ma con la consapevol­ezza di una ben minore qualità e quindi senza ambizioni. Il Napoli dovrà uscire dal trittico con nove punti, perché la storia recente del torneo dimostra che le grandi non perdono punti con le piccole. E dovrà vincere, il Napoli, accantonan­do stanchezze e titubanze dei titolariss­imi, anche perché Sarri non pare intenziona­to ad allargare la platea degli utilizzati oltre la nota soglia dei 14/15 elementi. Magari, mister, sarebbe il caso di mettere in campo un po’ alla volta anche i Mario Rui, i Giaccherin­i, i Maggio, i Chiriches, gli Ounas e i Rog, per alleggerir­e gli altri. E d’altra parte, se non ora, quando?

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