Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Federico è felice di essere autonomo Spero che continui
Federico, mio figlio, frequenta la terza media nella scuola dietro l’angolo, la «Mauro Leone» di Pomigliano d’Arco. Torna a casa da solo.
Finora la preside non ha invitato i genitori ad andare a prendere i ragazzi all’uscita e mi auguro che non lo faccia: per la famiglia sarebbe un grosso problema. Mamma e papà lavorano e quasi mai sono a casa alle due del pomeriggio, le nonne sono anziane e inoltre hanno i loro impegni: non si può gravarle di una responsabilità ulteriore che spesso è anche una fatica ulteriore. Ma questo non è l’unico motivo per il quale imporre l’accompagnamento dei ragazzi mi sembra assurdo, anche se una legge in merito esiste da tempo e la Cassazione ce l’ha ricordato di recente. Per mio figlio tornare a casa senza genitori dopo la scuola è un momento di relax: dopo le sei ore trascorse in classe si concede una chiacchierata con i compagni, a volte una breve passeggiata se il tempo è bello; è l’occasione per accordarsi sui compiti da fare insieme o su un progetto da sviluppare in comune nel pomeriggio. È la possibilità di rivedere e salutare un amico delle elementari che adesso, però, è in un’altra classe ed è stato perso di vista. È un modo per sentirsi responsabile: deve fare attenzione quando attraversa ed evitare di distrarsi.
Se la preside della «Mauro Leone» dovesse adottare la stessa iniziativa di altri colleghi, la nostra vita familiare, già complicata a causa del lavoro e delle diverse esigenze da conciliare, diverrebbe ancora più difficile. Ne risentirebbe, poi, anche il traffico cittadino: molte auto si aggiungerebbero a quelle che già adesso, all’entrata e all’uscita degli studenti, si ammassano intorno all’edificio scolastico, parcheggiate anche su strisce pedonali e marciapiedi e rendendo lentissima la circolazione. Non mi sembra un problema da poco, in un momento in cui quello dell’inquinamento sta diventando un problema gravissimo.