Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tav, acquisiti atti sulle bonifiche E la Procura riorganizza le deleghe
NAPOLI Sulle bonifiche fantasma alla stazione Tav di Afragola la Procura ha acquisito nei giorni scorsi una mole di documentazioni che vanno a ritroso negli anni, a partire da quando cioè c’era il sospetto che sotto quei terreni, dove adesso sorge la superstazione dell’Alta velocità, erano stati scaricati e tombati rifiuti nocivi che potrebbero aver addirittura inquinato la falda acquifera. Tantissimi atti che vanno ora studiati da un pool di investigatori specializzati. Ci saranno per questo motivo, già nella prossima settimana, nuove deleghe da attribuire nelle indagini che coinvolgeranno anche altre forze dell’ordine. Al momento sono impegnati gli uomini dei carabinieri della forestale che hanno eseguito delle trivellazioni nel parcheggio ovest, quello finito sotto sequestro su ordine del pm della procura di Napoli Nord, Giovanni Corona. L’ipotesi di reato sulla quale si lavora è di traffico illecito di rifiuti, senza al momento nessun indagato.
La società Rete ferroviaria italiana, che ha appaltato i lavori all’Astaldi e alla società Nbi, ha sempre riferito che tutto è stato fatto secondo norma e che i rifiuti che sono stati trovati in superficie, nell’area destinata alla realizzazione del parcheggio - poi sequestrato sono stati rimossi e bonificati con tanto di bolle d’accompagnamento. Il problema, però, riguarda ciò che è invece nel sottosuolo e che potrebbe addirittura nascondersi fino a dodici metri di profondità. Le trivellazioni hanno portato alla luce scorie, sia di materiale edile, sia di altro materiale non classificato, che è al vaglio di un pool di periti nominati dalla Procura di Napoli Nord.
Come è emerso dalle audizioni in Prefettura con la commissione bicamerale sulle Ecomafie in missione in Campania, l’indagine sulla Tav è di ampio respiro e riguarda molteplici aspetti. La Procura di Napoli Nord non vuole lasciare nulla di intentato e per questo sta studiando anche aspetti amministrativi: i collaudi innanzitutto. Su tutto, poi, aleggia l’ombra della camorra interessata a spartirsi gli appalti che ancora dovranno essere assegnati per la riqualificazione di tre rioni di Afragola.
Da fine maggio ci sono stati due morti (Salvatore Caputo e Remigio Sciarra), e due tentati omicidi, nella faida tra i Moccia - boss di Afragola - e i Cennamo - di Caivano. Ieri, fuori al carcere di Secondigliano, in due a bordo di un’auto hanno ferito al volto con una raffica di proiettili Raffaele Russo, 40 anni, di Casoria, detenuto in regime di semilibertà, ritenuto vicino ai Moccia. Potrebbe essere la risposta al tentato agguato della scorsa settimana avvenuto contro Gioacchino Cennamo, figlio del defunto capoclan Antonio, nel quale è rimasta ferita la compagna che ha fatto da scudo ai killer per salvare il suo uomo.