Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Apro un bistrot ma non lascio la politica»
Parla Claudio de Magistris: «Con due soci avvierò un ristorante d’arte in piazza Vittoria»
Da organizzatore di eventi a spin doctor, da politico a ristoratore. È fatta di tante sfaccettature la vita di Claudio de Magistris, fratello minore del sindaco di Napoli e segretario regionale di demA, partito che si prepara a confrontarsi, da solo o da alleato con la Sinistra, alle prossime Politiche. Un appuntamento importante quello col voto del prossimo mese di marzo che, per Claudio, arriverà però solo dopo il taglio del nastro dell’iniziativa che lo vede socio nella gestione di una galleria d’artebistrot in piazza Vittoria di prossima apertura. Una novità per la zona. E anche per de Magistris jr, finora alle prese o con la politica oppure con l’organizzazione degli eventi. «Confermo, è così. Spero che tutto vada bene perché il progetto è bello», dice de Magistris junior.
Ma quindi chiude con la politica?
«Cosa? Ma scherza? Assolutamente no, sono due cose distinte e separate».
Come mai l’idea di un ristorante?
«Ho sempre cercato, in verità con scarsi risultati, di mantenere la mia vita privata al di fuori dei riflettori e vorrei continuarlo a fare».
Facile dirlo. Ma il fratello del sindaco che apre un ristorante è comunque una notizia che finisce sotto i riflettori.
«In ogni caso non ho problemi a confermare una mia partecipazione a questa iniziativa».
Ci dica di più del progetto.
«Si tratta della trasformazione di una galleria d’arte in un luogo di fruizione cultuale, artistica, affiancata da un servizio di somministrazione tipica dei bistrot europei».
Con chi lo farà?
«Con due carissimi amici di infanzia».
E chi sono?
«Non credo che per ora sia il caso di parlarne».
Dove aprirà questo bistrot?
«A piazza Vittoria, nei locali dove già c’era una galleria d’arte».
Quindi, sul «lungomare liberato»?
«Ma non scherziamo. Anzi,
se proprio vogliamo dirlo è esattamente nella zona non liberata».
Quando aprirà?
«Entro l’anno, al massimo a gennaio. Ma spero per Natale sia già pronto tutto».
Il nome?
«Da definire».
Non ci credo, siamo già a ottobre.
«Davvero, da definire».
Che locale sarà?
«Un locale da 120 metri quadrati, due vetrine fronte strada, che si dividerà tra arte, cultura e cucina».
E che tipo di cucina?
«Qui entriamo nel complicato. Io non son un esperto di cucina, preferisco non entrare nel dettaglio. Di sicuro, ci saranno piatti stagionali e cucina biologica. Ma anche molto altro».
Se non è un esperto di cucina perché allora apre un ristorante?
«Perché l’idea mi piace, poi non sono un tecnico ma un appassionato sì. E c’è chi, ovviamente, nel bistrot ha una esperienza importante».
Cioè?
«Come ho detto, il locale sarà gestito a tre: oltre me, da due amici di infanzia, di cui uno esperto d’arte e uno di gestione e enogastronomia. Poi ci sono io, che da anni seguo gli eventi e tanto altro».
Come mai questa idea?
«Era una cosa a cui pensavo da tempo, poi mi sono fatto coinvolgere. Diciamo che il genere
ricalcherà il modello, con annesso però il bistrot, dell’Agorà di via Santa Brigida, nell’ex salone Margherita, che abbiamo allestito in campagna elettorale come comitato elettorale per sostenere la candidatura di Luigi a sindaco.
Però con un impegno così sarà difficile, poi, occuparsi anche di politica. C’è chi dice che quella del ristorante sia una exit strategy visto che demA non è decollata.
«Affatto. E demA va benissimo, siamo molto ma molto soddisfatti e siamo il primo partito in Consiglio comunale e presenti in tantissimi Comuni della provincia. Comunque, ribadisco: assolutamente nessun passo indietro ma solo passi in avanti per la città e per lo sviluppo di un progetto di un nuovo modo di fare politica che con Luigi e i tanti che stanno partecipando, ha oramai visibilità e
concretezza internazionale».
Però pare che ora ci sia una fase di appannamento. Colpa della nuova legge elettorale e dello sbarramento?
«Con il movimento demA è stato già fatto tanto e molti sono i prossimi impegni: ci sarà a breve il congresso fondativo e poi i tanti impegni civici e elettorali dei prossimi anni».
Allora è vero che si candiderà anche alle prossime Politiche?
«Ho detto più volte che non mi precludo alcuna scelta. Ma è sbagliato ragionare sui nomi: noi per valutare un coinvolgimento valutiamo i programmi e i metodi decisionali, che per noi non possono prescindere da un percorso realmente democratico e partecipativo, se sono per noi condivisibili, contribuiamo».
Pensiamo a un luogo di fruizione culturale affiancato da una offerta food tipica dei locali europei La location Il luogo prescelto è piazza Vittoria, all’interno di una ex galleria d’arte Se mi candido alle prossime Politiche? Ho detto più volte che non mi precludo alcuna scelta