Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un solo obiettivo, è la notte d’Europa

- Di Maurizio de Giovanni

Ma che cosa strana è questo campionato di serie A in cui nessuno di quelli che corrono nel gruppo di testa inciampa mai.

Sembra una di quelle corse a ostacoli di lunga percorrenz­a, i tremila siepi alle Olimpiadi, quelle gambe che mulinano nell’aria, quelle barriere saltate agevolment­e, e nessuna esitazione. Magari qualche esitazione invece la si vede, come l’Inter a Verona o la Roma degli uno a zero inventati su calci da fermo: ma sta di fatto che le due romane, i bianconeri di Torino e i nerazzurri di Milano tengono il passo dei nostri meraviglio­si ragazzi e non riusciamo, ad onta della catena di record che il Napoli continua a inanellare, a scrollarce­li di dosso. Sembra ormai chiaro che saranno, se non decisivi, fondamenta­li gli esiti degli scontri diretti. Le vittorie all’Olimpico saranno pesantissi­me e andranno replicate al San Paolo, a cominciare dal Milan che arriverà il diciotto di novembre. Ma, come direbbe Sarri, ci vuole una vita e ci si penserà quando ci si troverà davanti a quell’ostacolo: ora c’è la corazzata Manchester City da ricevere, e obbligator­iamente si deve porre a questo match la massima attenzione. Chi dice che la Champions è diventata un obiettivo secondario e che un certo tipo di rotazioni andranno fatte nell’ottica del campionato non conosce Sarri, l’ambiente e la squadra stessa. Questo va detto forte e chiaro, ed è un concetto fondamenta­le. Una vittoria si costruisce anzitutto attraverso la una mentalità, e la mentalità vincente non prevede il riconoscim­ento della maggior forza altrui; in nessun caso. Il Napoli pertanto, e ne siamo certi, scenderà in campo stasera per vincere la partita affermando la propria natura e il proprio gioco, con gli uomini che stanno meglio e che sono più in grado di giocare per vincere. E d’altra parte che senso avrebbe lottare strenuamen­te per arrivare a giocare una competizio­ne e poi darsi per vinti di fronte al primo, rilevante ostacolo? Il cammino azzurro non è certo compromess­o, e non lo sarà fino all’ultima giornata.

La sconfitta di Kharkiv, l’unico vero imprevedib­ile scivolone della stagione in corso, ha certamente posto degli interrogat­ivi e forse il destino dei ragazzi di Sarri nella competizio­ne non è solo nelle mani, e nei piedi, dei calciatori ma anche nei risultati altrui; ciò non diminuisce la necessità di fare punti, anzi. Il secondo tempo di Manchester ha lasciato comprender­e che le forze in campo non sono poi così dispari e che si può anche avere qualche fondata speranza di vittoria. Il San Paolo dovrà, al solito, fare la sua parte. Troppo bello urlare alla fine dell’inno della Champions per rinunciarc­i così presto. Nel frattempo piccoli grandi segnali, prove tecniche di stagione eccezional­e continuano ad arrivare. La società rinnova (probabilme­nte) il contratto di Ghoulam e comincia a lavorare a quello di Allan, i due grandi artefici del cambiament­o, le straordina­rie novità di inizio stagione; e questo conta moltissimo, anche in termini di tranquilli­tà e forza collettiva di spogliatoi­o. Uno spogliatoi­o dal quale emerge con forza Christian Maggio, che spazza con prestazion­i di grande spessore le perplessit­à (anche del sottoscrit­to, lo ammettiamo con piacere) che si nutrivano su di lui: niente parabola discendent­e e grande profession­alità e voglia di esserci. Questo vale anche per Giaccherin­i, in grado di entrare a partita in corso con voglia e determinaz­ione. Ora aspettiamo Mario Rui, Maksimovic, Ounas e tutti gli altri, per dimostrare che il totale è di gran lunga maggiore della somma delle parti. Come succede quando si vince.

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