Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un solo obiettivo, è la notte d’Europa
Ma che cosa strana è questo campionato di serie A in cui nessuno di quelli che corrono nel gruppo di testa inciampa mai.
Sembra una di quelle corse a ostacoli di lunga percorrenza, i tremila siepi alle Olimpiadi, quelle gambe che mulinano nell’aria, quelle barriere saltate agevolmente, e nessuna esitazione. Magari qualche esitazione invece la si vede, come l’Inter a Verona o la Roma degli uno a zero inventati su calci da fermo: ma sta di fatto che le due romane, i bianconeri di Torino e i nerazzurri di Milano tengono il passo dei nostri meravigliosi ragazzi e non riusciamo, ad onta della catena di record che il Napoli continua a inanellare, a scrollarceli di dosso. Sembra ormai chiaro che saranno, se non decisivi, fondamentali gli esiti degli scontri diretti. Le vittorie all’Olimpico saranno pesantissime e andranno replicate al San Paolo, a cominciare dal Milan che arriverà il diciotto di novembre. Ma, come direbbe Sarri, ci vuole una vita e ci si penserà quando ci si troverà davanti a quell’ostacolo: ora c’è la corazzata Manchester City da ricevere, e obbligatoriamente si deve porre a questo match la massima attenzione. Chi dice che la Champions è diventata un obiettivo secondario e che un certo tipo di rotazioni andranno fatte nell’ottica del campionato non conosce Sarri, l’ambiente e la squadra stessa. Questo va detto forte e chiaro, ed è un concetto fondamentale. Una vittoria si costruisce anzitutto attraverso la una mentalità, e la mentalità vincente non prevede il riconoscimento della maggior forza altrui; in nessun caso. Il Napoli pertanto, e ne siamo certi, scenderà in campo stasera per vincere la partita affermando la propria natura e il proprio gioco, con gli uomini che stanno meglio e che sono più in grado di giocare per vincere. E d’altra parte che senso avrebbe lottare strenuamente per arrivare a giocare una competizione e poi darsi per vinti di fronte al primo, rilevante ostacolo? Il cammino azzurro non è certo compromesso, e non lo sarà fino all’ultima giornata.
La sconfitta di Kharkiv, l’unico vero imprevedibile scivolone della stagione in corso, ha certamente posto degli interrogativi e forse il destino dei ragazzi di Sarri nella competizione non è solo nelle mani, e nei piedi, dei calciatori ma anche nei risultati altrui; ciò non diminuisce la necessità di fare punti, anzi. Il secondo tempo di Manchester ha lasciato comprendere che le forze in campo non sono poi così dispari e che si può anche avere qualche fondata speranza di vittoria. Il San Paolo dovrà, al solito, fare la sua parte. Troppo bello urlare alla fine dell’inno della Champions per rinunciarci così presto. Nel frattempo piccoli grandi segnali, prove tecniche di stagione eccezionale continuano ad arrivare. La società rinnova (probabilmente) il contratto di Ghoulam e comincia a lavorare a quello di Allan, i due grandi artefici del cambiamento, le straordinarie novità di inizio stagione; e questo conta moltissimo, anche in termini di tranquillità e forza collettiva di spogliatoio. Uno spogliatoio dal quale emerge con forza Christian Maggio, che spazza con prestazioni di grande spessore le perplessità (anche del sottoscritto, lo ammettiamo con piacere) che si nutrivano su di lui: niente parabola discendente e grande professionalità e voglia di esserci. Questo vale anche per Giaccherini, in grado di entrare a partita in corso con voglia e determinazione. Ora aspettiamo Mario Rui, Maksimovic, Ounas e tutti gli altri, per dimostrare che il totale è di gran lunga maggiore della somma delle parti. Come succede quando si vince.