Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Grazie ai droni difenderemo gli scavi di Pompei anche dai vandali»
Telecamere con riconoscimenti facciali e tecnologia per prevenire le emergenze Bruni (Mibact): «Scavi all’avanguardia». Fibra ottica pronta l’anno prossimo
L’altro giorno non siamo riusciti ad intervenire in tempo su un gruppo di visitatori che ha imbrattato una fontana antica di Pompei con del succo di melagrana. Con i droni, invece, potremo essere più tempestivi». Lo ha detto il direttore generale della Soprintendenza archeologica di Pompei , Massimo Osanna, commentando l’annuncio del prefetto Alessandra Guidi di voler finanziare un sistema di videosorveglianza intelligente, con riconoscimento facciale e uso di droni, per Pompei e Reggia di Caserta. «Ha ragione — conclude Osanna — i siti culturali sono da considerarsi alla stregua di distretti industriali per il Sud. Possono generare ricchezza».
NAPOLI Telecamere intelligenti, in grado di assicurare con precisione un efficace riconoscimento facciale e di inviare alert alla centrale operativa appena scorgono, sul loro percorso visivo, un oggetto sospetto e comportamenti minacciosi. O droni che si alzano in volo per monitorare aree più complicate da sorvegliare o per intervenire in occasione di emergenze improvvise.
Sono questi gli obiettivi che ci si prefigge di conseguire attraverso le risorse del Pon legalità, così come anticipato dal vice capo della polizia, prefetto Alessandra Guidi. «Per ora — conferma Alberto Bruni del segretariato generale del Mibact — disponiamo delle ultime tecnologie sui sistemi di sicurezza che si basano, al di là delle telecamere, sulla memorizzazione e la elaborazione delle immagini. Pompei, su questo, è all’avanguardia. E lo sarà maggiormente se fosse allestito un meccanismo di video analisi evoluto in grado di sostituire, per alcuni aspetti, l’intervento umano». Così i droni potrebbero rappresentare un ulteriore strumento di controllo e prevenzione per aree, come quella archeologica di Pompei o del complesso vanvitelliano di Caserta, frequentate ogni giorno da centinaia e centinaia di visitatori. «I droni — continua Bruni — costituirebbero certamente un ausilio in più di pronto intervento a seguito di alert con video analisi».
A tutto ciò si connette il progetto Smart@Pompei. «Nell’area archeologica — ha spiegato in una intervista Luca Papi del Cnr, ente con il quale il ministero dei Beni culturali ha sottoscritto la collaborazione per il progetto – stiamo realizzando un dimostratore tecnologico, un modello integrato attraverso le tecnologie IoT, l’Internet of Things, per il controllo e la gestione della sicurezza delle persone e dei monumenti sia in condizioni normali che di emergenza. La dorsale principale di questo modello è la rete a fibra ottica posata all’interno dei cavidotti usati dalla videosorveglianza e dall’impianto di illuminazione già esistente. Il sistema è gestito da una sorta di cervello che aggrega le informazioni raccolte dalla sensoristica distribuita all’interno del parco archeologico». Alla rete in fibra ottica si abbina una copertura wifi della città antica, circa 66 ettari, con oltre 100 tra access point e antenne direzionali. Nei suoi sviluppi inoltre, Smart@Pompei prevede la realizzazione di un braccialetto intelligente. In una prima fase, sarà utilizzato solo dagli utenti con disabilità. Dotato di chip elettronici, è immaginato come un device di comunicazione. Inoltre, il braccialetto fornirà tutta una serie di informazioni, come contenuti da riprodurre in modalità audio o video. In una seconda fase il braccialetto verrà esteso a tutti i visitatori, consentendo la raccolta di una mole di dati utili a migliorare l’esperienza di fruizione.
Bracciale Sarà dotato di un chip e fornito ai disabili per ogni esigenza