Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Capodimonte, a cinema nel museo
Bellenger: puntiamo a una sala aperta alla città Un programma di film, performance e concerti
Sarà il primo cinema di quartiere e il primo in un museo. A Capodimonte il direttore Bellenger trasforma l’auditorium in sala.
Dall’arte nasce l’arte, da un’idea prende corpo un progetto. Parte domani Capodimonte dopo Vermeer, il programma di iniziative con le quali il Museo si apre agli altri linguaggi: cinema, teatro, danza, musica. «Per la prima volta — dice il direttore Sylvain Bellenger — trasformeremo il nostro auditorium in cinema, proponendo una rassegna di film gratuita e aperta a tutti. È una prova tecnica per un progetto più ampio e duraturo, quello della creazione del primo cinema di quartiere che qui a Capodimonte manca da sempre». E la logistica aiuta. «La sala che ha 150 posti — continua il direttore — si apre nel cortile che precede l’ingresso del museo. Per entrare, dunque, non è necessario pagare il biglietto. Questo consentirà una fruibilità autonoma che potenzieremo grazie alla collaborazione con la municipalità». Per la quale era presente il presidente Ivo Poggiani: «È un progetto al quale collaboriamo con grande entusiasmo perché nella zona c’è una grande domanda di aggregazione culturale».
Intanto parte la prima rassegna: La settima arte a Capodimonte, curata da Maria Tamajo Contarini e Marialuisa Firpo (direttrice artistica del Cinema Hart) con otto film legati all’arte. Debutto domani (alle 19) con Das Cabinet des Dr. Caligari (1919) di Robert Wiene che sarà introdotto da Anna Masecchia (ogni pellicola avrà il suo prologo).
Capodimonte dopo Vermeer è un cartellone gratuito grazie al finanziamento della Regione: «Il Museo non deve avere più una funzione difensiva — ha detto Rossana Romano, direttore generale per le Politiche culturali della Regione — ma essere aperto alla città e creare comunità. Per questo abbiamo deciso di selezionare con bandi le proposte invece di dare finanziamenti a pioggia. Questo ci ha consentito di potenziare iniziative di qualità come questa che coinvolge inoltre artisti napoletani».
Domenica 5 novembre (17,30) con I suoni dei colori: ‘700 e ‘800 a confronto inizia la rassegna Concerti alla Reggia, in collaborazione con il Conservatorio di San Pietro a Majella. «Tre programmi — ha detto Elsa Evangelista — che privilegiano il rapporto dei grandi compositori con Napoli».
Bellenger ha voluto creare soprattutto un’interazione tra gli artisti contemporanei e le opere in collezione. Attesa con interesse dopo il successo di quella dedicata a Picasso, l’installazione coreografica di Valeria Apicella ispirata alla tela Atalanta e Ippomene di Guido Reni (dj set Aldoina Filangieri, 9 dicembre, alle 12). Ma la sezione performativa inizia il 17 novembre (17.30) con La parabola dei ciechi. Poema per Orchestra di Stefano Gargiulo, ispirato a La parabola dei ciechi di Bruegel. Domenica 17 dicembre Voci fiammingoletane, poemetto di Marco Faticato con la regia di Giovanni Meola, sgorgato dal Mercato in Piazza di Beuckelaer. Ultimo atto il 29 dicembre con Lampi di Materia, azione mimico-musicale per clarinetto, percussioni e danzatrice, ideata da Rosalba Quindici a partire dal Grande Cretto Nero di Burri (con Rossella Petruzziello, Guido Arbonelli e Lucio Miele). Mentre i film sono gratuiti, si può assistere a concerti e performance con il biglietto d’ingresso al museo.
Intanto la campagna «dona una panchina» è diventata virale. «Dopo la festa di sabato scorso abbiamo ricevuto moltissime proposte: presto avremo più panchine che alberi» conclude celiando Bellenger.