Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Segregato a 11 anni dalla madre Salvato dai vigili urbani di Chiaia
Sulle pareti della sua stanza ritrovati disegni inquietanti
Un bell’appartamento in una strada elegante di Chiaia. Svuotato di mobili e suppellettili, con pareti bianche attraversate da disegni inquietanti. Enormi occhi tratteggiati con linee nere, bocche gigantesche, graffiti, figure umane sospese nel vuoto...
In quella casa vivevano una madre e suo figlio. Un ragazzo di appena undici anni che era stato segregato. Era iscritto a scuola, in prima media, ma gli veniva proibito di frequentarla. Non poteva utilizzare il telefono di casa e la madre gli aveva portato via anche uno smartphone che gli era stato regalato dai familiari. Non poteva uscire, frequentare coetanei e non poteva vedere la sorella universitaria e il nonno materno, che vivono insieme in un appartamento poco distante. La madre voleva con il figlio un rapporto esclusivo e negli ultimi tempi era anche diventata violenta e aggressiva.
Giacomo (il nome è di fantasia) si era ritagliato un suo spazio segreto e aveva mantenuto un certo equilibrio. Ma il nonno e la sorella diciottenne sapevano di avere poco tempo per metterlo in salvo e hanno deciso di sporgere una denuncia per maltrattamento di minori nei confronti della donna, figlia e madre dei due.
E così gli agenti dell’Unità Operativa Chiaia — diretti da Sabina Pagnano, per anni alla guida del Nucleo tutela minori — sono intervenuti in questa storia di abusi e difficoltà. Di affetti distorti e patologie mentali. Di fragilità, sopraffazioni e violenze.
Gli agenti, appena raccolte le denunce, si sono attivati presso i servizi sociali territoriali e si sono recati alla scuola dove il minore è iscritto, ricevendo conferma dalla dirigente della mancata frequentazione scolastica. Hanno poi riscontrato che il nucleo familiare era già noto ai servizi sociali per una serie di problematiche e — alla luce di quanto denunciato — si è deciso di intervenire immediatamente a tutela del ra- gazzino. I poliziotti quando sono arrivati nell’appartamento hanno riscontrato che effettivamente Giacomo era stato isolato, non aveva più amici, né contatti con il mondo esterno e viveva con la madre un rapporto esclusivo, che diventava di giorno in giorno più morboso e violento. Avvolto come da un guscio da un appartamento vuoto, attraversato da disegni raccapriccianti. Gli agenti, insieme agli assistenti sociali, hanno allontanato il minore dalla madre portandolo presso la casa del nonno materno, in un contesto familiare ritenuto più adeguato ai suoi bisogni. Nel quale è stata giudicata rilevante anche la presenza della sorella del piccolo, che da tempo si era allontanata dalla madre.
Il padre dei due ragazzi è stato ritenuto non idoneo a prendersi cura del minore.
Per la donna, con l’aiuto dei servizi sociali, è stato poi prospettata la necessità di un percorso di supporto. Ma per il momento lei è rimasta, da sola, nella casa dove abitava con il figlio.
Intanto le denunce raccolte, un dossier fotografico dell’appartamento e una relazione sull’operato della polizia municipale e dei servizi sociali sono stati trasmessi alla Procura ed alla procura minori.
Io e nonno abbiamo paura per il mio fratellino Così i familiari hanno salvato il piccolo