Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le certezze di «Mimì»
Nel famoso locale alla Ferrovia spaghetti con vongole super e soffritto da Oscar
Mimì si raggiunge a piedi in due minuti dalla stazione ferroviaria di Napoli centrale. Si tratta di uno dei tre quattro locali storici di Napoli che non hanno mutato la collaudata formula vincente delle origini, continuando a riscuotere notevole successo di pubblico. Prova ne sia che proprio la sera della mia visita, in concomitanza con l’impegno europeo del Napoli con lo Shakhtar Donetsk, il ristorante delle famiglia Giugliano, don Michele sempre saldamente sul ponte di comando, era praticamente pieno. Molti habitué napoletani ma soprattutto tanti forestieri in cerca del primo (o di un reiterato) contatto con la cucina napoletana. Mimì assicura a tutti pane, e non solo, per i loro denti. Iniziamo il viaggio con le alici (1), di giornata, fritte in maniera esemplare, asciutte e croccanti, accompagnate da fiori di zucca ripieni di candida ricotta e accompagnati da una salsetta di zucchine dolci dolci benché fuori stagione. Il mitico peperone ormai è un classico standardizzato con tanto formaggio filante all’interno: rassicurante. Il primo primo è rappresentato dai ravioli ripieni di spigola con salsa al limone (troppo in evidenza) gamberi sgusciati di buona qualità e calamari. La pasta è ben tirata, ma nell’insieme ho l’impressione di avere davanti una non convinta concessione alla modernità, un piatto troppo barocco e inutilmente complesso: comunque si lascia mangiare. Ben altra musica grazie agli spaghetti in bianco con vere vongole veraci, senza una goccia d’olio in eccesso. Degna di citazione anche la cremosa e filante pasta (al dentissimo) con patate e provola affumicata (2). Si naviga a vista. I totanetti con scarola e peperoncini verdi sono un po’ sopraffatti da questi ultimi, eccellente il soffritto di maiale (3) con tanto di foglia di alloro. Il babà è ben lievitato. La Ribolla Gialla de La Tunella, con ricarico accettabile, si rivela un’ottima compagna di viaggio .