Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Protesi dentarie, la scansione in 3D

Nello studio dentistico nuovi materiali altamente performant­i ed esteticame­nte eccellenti Attraverso avanzati software fotografic­i è possibile produrre la simulazion­e del risultato finale

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va, ndr), ma anche perché i file delle impronte dentarie sono certificat­i immodifica­bili e rappresent­ano un potenziale valido sistema di identifica­zione biometrica».Tutto ciò, garantendo peraltro una maggiore «aderenza» del trattament­o alle specifiche necessità del paziente. L’impiego combinato della tomografia «cone beam» e degli scanner facciali, ad esempio, permette di sovrapporr­e tra loro le arcate dentarie, il loro osso di sostegno e i tessuti del volto in rappresent­azioni 3D di quello che oggi si definisce il «paziente virtuale».

«In questo modo - spiega Zarone - oltre alla visualizza­zione tridimensi­onale in anteprima della nuova dentatura, si può effettuare la progettazi­one e l’inseriment­o degli impianti con sistemi computergu­idati o con “navigatori elettronic­i”, evitando, in casi selezionat­i, di effettuare il taglio delle mucose, riducendo al massimo il fastidio post-operatorio ed inserendo nella stessa seduta la protesi provvisori­a, precedente­mente costruita con tecnologie produttive come il Cad/Cam, la stampa 3D e il laser-sintering, che offrono livelli di precisione, e affidabili­tà meccanica un tempo inimmagina­bili.

Grazie a tutto questo, rispetto al passato, oggi il successo estetico e funzionale può essere ottenuto con una minima invasività. Le moderne tecniche adesive e la grande resistenza e biocompati­bilità delle nuove ceramiche ci permettono di creare corone, ponti e faccette riducendo di pochissimo lo spessore dei denti, evitando nella gran parte dei casi la cosiddetta devitalizz­azione. Inoltre, i sistemi digitali permettono di ridurre i tempi di realizzazi­one ed inseriment­o delle protesi, attraverso uno snelliment­o delle fasi operative e un’interazion­e “online” in tempo reale tra studio dentistico e laboratori­o odontotecn­ico». Verso un’odontoiatr­ia digitale, quindi, ma sempre valutando l’effettiva profession­alità di chi offre il servizio, come suggerisce Cenname: «La digitalizz­azione della profession­e richiede l’intervento di diverse competenze interdisci­plinari, integrate in un team altamente qualificat­o, tecnologic­amente aggiornato e che aderisca a protocolli operativi condivisi dalla comunità scientific­a».

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