Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I TRASPORTI E LA PAURA DEI PRIVATI
ARoma si voterà in primavera per il referendum sulla messa a gara del trasporto pubblico locale, promosso dai Radicali, per il quale hanno firmato 30 mila cittadini. La storia recente dell’Atac è una vicenda dai contorni sconcertanti: un buco spaventoso nei conti, bus che non funzionano, sempre stracolmi, ritardi intollerabili. Parliamo della capitale ma sembra di star discutendo di Napoli. In quanto le cose all’Anm non vanno certo meglio, solo le perdite sono più contenute, ma perché le dimensioni dell’azienda di trasporto locale romana e quella partenopea sono incomparabili. L’interrogativo che molte persone di comune buonsenso si pongono è allora: perché non emulare quanto già sta avvenendo in tante altre città italiane, grandi e medie? Perché non sottoporre anche qui ai cittadini un quesito referendario, dopo aver raccolto le firme necessarie, per sondarne gli umori e capire cosa ne pensano? È vero, si tratta di referendum consultivi, ma di grande valore politico. Un voto a stragrande maggioranza che dica sì alla messa in gara di uno dei servizi pubblici locali che più sta a cuore alla gente, perché chiama in causa i suoi interessi e i suoi quotidiani bisogni, questo sì sarebbe un vero gesto di democrazia dal basso. Con buona pace di quanti, un giorno sì e l’altro pure, straparlano di partecipazione dei cittadini alle scelte di governo e poi ne ignorano le più elementari istanze.
Peraltro, quando la controllata di Ferrovie Bus-Italia, grazie alla liquidità di cui può disporre, ha acquisito i bacini di trasporto pubblico locale a Firenze, in Umbria, a Padova e da un anno circa perfino nella contigua Salerno, con risultati complessivamente soddisfacenti, vuol dire che strade alternative alla gestione in house dei Comuni esistono e sono percorribili. Al Nord come al Sud e nella stessa Campania, dove il trasporto locale irpino gestito da Air è in attesa di individuare un potenziale partner con il quale dare vita a un’associazione d’impresa per partecipare alla gara per la concessione del servizio nel bacino di Avellino e Benevento. E dove, nel Sannio, è stato aggiudicato alla Trotta Bus Services. Perché allora a Napoli tutte queste paure per una gara di affidamento, certo sotto la guida e il controllo dell’ente pubblico, com’è giusto che sia? Persistono da un lato timori politicoelettorali dei partiti, di governo e d’opposizione, di perdere consenso tra i lavoratori dell’Anm ma soprattutto vetero resistenze sindacali che ipotizzano chissà quanti licenziamenti, quando nella maggior parte dei casi queste aziende sono state rilevate salvaguardando i diritti legittimi e sacrosanti di chi lavora. E torna il quesito che inizialmente è stato posto: se è l’unica soluzione vera per non tirare a campare ma per far funzionare i bus come auspicano i cittadini, ebbene non è questo un modo concreto per tutelare gli interessi della moltitudine di utenti, i quali sono soprattutto i tanti che non possono permettersi di spostarsi in auto o in taxi? Napoli non ha certo bisogno di altre guerre tra poveri.