Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bassolino: I fischi a Higuain? Diciamlo pure, lui ci ha messo tanto di suo
NAPOLI «Sono stato un Maradona nel ‘93 quando sono stato eletto sindaco — dice Bassolino — ora serve un Sarri, un allenatore per i giovani. Io spero di vincere, come spero che lui porti il Napoli allo scudetto». Antonio Bassolino non aveva ancora lasciato il Pd. S’era appena candidato alle primarie dem contro Valeria Valente e usava la metafora calcistica in politica.
In poco più di un anno, l’ex sindaco ha sbattuto la porta, oggi sarà a Roma ad ascoltare la sinistra riunita nel Grasso day ed è tornato dopo anni anche allo stadio. Proprio per Napoli-Juve. «L’avevo promesso a mio nipote — spiega —, il figlio di Chiara, tifosissimo. Sa tutto, a soli sette anni». Dice con orgoglio il nonno. Alla fine Bassolino non è mai stato un grande frequentatore del San Paolo. «Ma tifoso sì, sempre. Ho anche un mio modo di ascoltare la partita in tv. Attraverso il muro». Come attraverso il muro? «La seguo ascoltando i miei vicini di casa, mi regolo dalle urla di gioia o di dolore». Il San Paolo, dicevamo, a piccole dosi anche quando aveva ruoli istituzionali. «Soprattutto. Perché trovo che il rapporto tra politica e calcio debba sempre essere quello giusto». E venerdì sera che Napoli ha visto il tifoso Bassolino? «Un Napoli sotto tono. Un vero peccato. Andare allo stadio è bellissimo, continua a essere un rito collettivo pieno di energia. Ma i giocatori mi sono sembrati davvero scarichi. Soprattutto su alcuni di loro si sente il peso di tante partite». Poi il Bassolino allenatore. «Insomma il Napoli non riusciva a penetrare, con la Juve che dopo il gol ha fatto catenaccio. Non c’era scioltezza. Il Napoli, quest’anno e a detta di tutti, gioca il calcio più bello e spettacolare. Ma da un paio di partite in qua...». Ma la precedente fuori casa con l’Udinese l’ha vinta. «Ha vinto, ma giocando male. Contro la Juve pure non ha brillato, ma ha perso. ‘ la prima sconfitta, ma qualcosa non va. Manca di freschezza».
Dagli spalti all’arrivo di Higuain in campo fischi e insulti. Dopo due anni, ancora fischi. Ma il tradimento, nel calcio come in politica, non dovrebbe essere bandita come categoria? «Ma certo. Tant’è che tanti altri sono andati via e senza rimpianto. Nel caso di Higuain qualche responsabilità ce l’ha pure lui. Sono talmente pochi i giocatori che legano il loro nome ad una squadra che, diciamocelo, Gonzalo ci ha messo del suo nel rapporto con i tifosi».