Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN GOVERNO OMBRA PER LA CITTÀ
Le opposizioni a Napoli si ritirano sull’Aventino e abbandonano i banchi del consiglio comunale. Ciò perché nell’ultima seduta, forzando la mano, de Magistris ha imposto l’approvazione di bel 25 delibere «con i poteri del consiglio». L’esecutivo, cioè, si è sostituito all’assemblea deliberativa e non ha consentito il pieno dibattito, la modifica e l’integrazione degli atti. Un fatto politicamente gravissimo. Soprattutto alla luce della considerazione che le delibere imposte costituivano il nucleo di una vera e propria nuova manovra di bilancio. È come se in una qualsiasi società per azioni l’amministratore approvasse il bilancio che ha da sé redatto, sottraendone l’approvazione ai soci, ovvero ai legittimi proprietari. Una forzatura, quella del sindaco, nemmeno giustificata dai numeri. La maggioranza arancione avrebbe retto anche alla prova del dibattito in aula. Ora de Magistris dovrebbe spiegare come si conciliano questi strappi istituzionali con le sue strombazzate idee sulla democrazia dal basso e sulle assemblee di popolo. Ma è chiaro che la demagogia a buon mercato della campagna elettorale viene in fretta abbandonata quando si tratta di portare a casa il risultato. Rimane l’atteggiamento delle opposizioni. Il ritiro aventiniano è di per sé atto fortemente simbolico: significa che in città esistono delle forze politiche in grado di reagire ancora di fronte alle storture istituzionali. Tuttavia questa scelta resterebbe mero evento allegorico se non diventasse il germoglio di una nuova stagione politica.