Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La sposa 2018 è all’insegna della sobrietà
Addio scollature generose e cascate di Swarovski, gli stilisti propongono abiti romantici con pizzi e perle Per l’uomo non tramontano mai i vestiti classici Il tocco d’artista si manifesta nella cura dei particolari
Il 2018 segna il ritorno della sposa romantica: sulle passerelle degli atelier di moda nuziale (o bridal per gli addetti ai lavori) è tutto un tripudio di gonne vaporose, fluttuanti, tessuti leggeri e svolazzanti dal sapore principesco, impreziositi da morbide piume e punteggiati di perle evanescenti. Dopo anni di scollature generose e cascate di Swarovski abbaglianti, gli stilisti ora propongono look più sobri, che mettono in risalto le forme femminili con tessuti che scivolano delicatamente sul corpo. Non è un caso che l’atelier Vanitas, da anni un riferimento a Napoli per le amanti dello stile di tendenza, quest’anno abbia scelto di dare alla nuova collezione il nome di un’iconica canzone degli anni ’50, cantata da Dean Martin, That’s Amore e che, per presentarla abbia utilizzato come sfondo Capri, il luogo nostrano simbolo della Dolce vita.
La visione stilistica di Maria Rosaria Cacciapuoti, anima della maison assieme al marito di origini italo americane, Anthony Cantalino, ha sempre strizzato l’occhio alla tradizione mediterranea, aggiungendovi però elementi innovativi e molto seducenti. Tra le sue testimonial, per capirci, ci sono state Belèn e Madalina Ghenea. Quest’anno invece sono state scelte due giovani promettenti modelle napoletane, Maria Teresa Gaeta e Martina Lippa, per interpretare la sposa Vanitas. «Abbiamo scelto Capri e le note della Dolce vita – spiega la stilista per simboleggiare una femminilità raffinata e romantica, tipica di quegli anni. Gli abiti sono meno strutturati, più fluidi, coperti di pizzi di chantilly illuminati da applicazioni di perle o bianco su bianco, al posto degli Swarovski. Le linee mettono in risalto la silhouette, gli scolli sono più contenuti sul davanti e più generosi sulla schiena, le gonne sagomate in seta o chiffon hanno profondi spacchi che mettono in evidenza le gambe».
Altro mood di quest’anno è la versatilità. Tra i suoi sostenitori Gino Signore, patron della maison Signore che nel 2017 è stata insignita del premio Eccellenza italiana a Washington, ed è stata ospitata per il secondo anno consecutivo da Klenifeld, il tempio della moda sposa a New York, per un trunk show di tre giorni. Le quattro linee presentate per il 2018 (Excellence, Victoria F., Seduction e la capsule collection Giovanna Sbiroli) molto apprezzate anche sui mercati internazionali, hanno un comune denominatore, ovvero «soddisfano la richiesta della sposa di avere un abito che si presti ad ogni fase del matrimonio: romantico durante il rito religioso, audace per i festeggiamenti, confortevole in ogni momento. Per questo – continua Signore - molti modelli sono modificabili, per migliorarne la vestibilità ed adattarli ad ogni momento di quella memorabile giornata».
Passando all’altro protagonista della cerimonia nuziale, lo sposo, vista la sempre maggiore attenzione che gli uomini dedicano al proprio look, per il giorno del matrimonio niente può essere più adatto di un abito su misura. «È una questione di proporzioni», spiega
Testimonial Maria Teresa Gaeta e Martina Lippa sono le modelle napoletane scelte dall’atelier Vanitas per la collezione sposa nel set ambientato a Capri
Barbara Rubolino, che esercita l’arte sartoriale, per uomo e per donna, assieme al padre Fortunato, nell’atelier di Napoli in via della Cavallerizza, perpetuando una tradizione che dura da tre generazioni. «Solo un vestito cucito addosso si può modellare in proporzione al corpo. Una caratteristica che si apprezza ancor più quando l’abito deve essere indossato per un giorno intero, dovendo sedersi e alzarsi di continuo». I tailor’s lovers amano il classico ma non la banalità: sono maniaci dei dettagli. Per cui, se per il tessuto non si discostano dalla tradizionale lana Tasmania in seta Loro Piana (di peso diverso a seconda della stagione) e la scelta del colore prevede solo due variabili, cioè blu scuro o grigio scuro per il vestito e solo il grigio chiaro per il panciotto, sui particolari si sbizzarriscono. «I revers della giacca, più o meno stretti, l’arricciatura della manica più o meno pronunciata, il giro manica ribattuto a mano, il collo della camicia più o meno intelaiato, le asole fatte a mano, la micro fantasia della cravatta o della pochette, l’altezza dei bottoni in madreperla: è nel dettaglio che esprimono la loro vanità», dice Rubolino. Da parte loro, i sarti consigliano vari accorgimenti per slanciare la figura, nascondere la pancetta o per stare più comodi. «Il pantalone, ad esempio, non conviene farlo troppo basso e al posto della cintura meglio optare per le bretelle, oggi tornate di moda». Il tocco d’artista è un piccolo quadrifoglio vicino alle iniziali dello sposo che l’atelier ricama a mano sulla pochette da taschino, come cadeau beneaugurante.