Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Ogni sera l’inferno Ci urlano contro: non potete fermarci

I militari: hanno 10 anni, peggio dei camorristi

- Fa. Pos.

«Sanno bene cosa fare quando ci vedono, conoscono alla perfezione le nostre regole di ingaggio: sanno che non potremmo mai arrestarli. Noi siamo addestrati per affrontare terroristi, abbiamo fatto scuole nelle quali ci hanno insegnato a mantenere la calma in situazione di estremo pericolo, ma qui a Napoli ci vogliono leggi speciali. Questi ragazzini sono peggio dei camorristi e adesso qui comandano loro». Sono le parole choc di un militare dell’Esercito che a Napoli pattuglia tra le altre zone anche il Lungomare, un’area ritenuta «sensibile» e possibile obiettivo di cellule islamiche estremiste. Fanno parte del progetto «strade sicure» che a Napoli hanno anche fronteggia­to l’emergenza «stese» al rione Sanità e a Forcella. Camionette ben visibili con due uomini a bordo: all’inizio di via Partenope e alla fine della strada, proprio per blindarla e renderla immune da possibili attacchi terroristi­ci. «Ma quello che subiamo qui davvero ha poco a che fare con quanto raccontato dai giornalist­i, ed è solo una minima parte di ciò che succede realmente. Tutte le sere, tutti i fine settimana qui è un inferno - racconta uno dei ragazzi, un giovane della provincia di Caserta che è militare da sette anni - Pioggia o caldo asfissiant­e noi siamo sempre fuori dalla camionetta perché questo è il nostro compito, dobbiamo essere pronti ad agire in caso di pericolo imminente. Poi d’improvviso, mentre sei concentrat­o sul tuo lavoro ti trovi accerchiat­o da ragazzini, poco più di dieci anni, maleducati e aggressivi che non solo non hanno rispetto della divisa che indossiamo, ma non hanno l’assoluta percezione del pericolo e dei reati che commettono».

I militari dell’esercito sono ovviamente armati e con i fucili in vista. Il colpo in canna da far partire in caso di emergenza, ma per le babygang che imperversa­no sul Lungomare di Napoli non fa differenza perché «dicono che non siamo guardie». Né polizia né carabinier­i, «sanno che non possiamo arrestare nessuno di loro. Lo sanno perché ce lo dicono in faccia, a volte urlandocel­o proprio per disprezzo». Ed è successo anche sabato scorso, quando due eroici militari sono riusciti a contenere la furia di un «branco» che altrimenti avrebbe massacrato tre ragazzini di San Giovanni a Teduccio.

«Nei fine settimana nei quali siamo impegnati nei luoghi della movida, via radio segnaliamo almeno dieci casi a turno. In ogni segnalazio­ne allertiamo carabinier­i, polizia o polizia municipale di risse potenzialm­ente pericolose». Senza feriti e quindi neanche denunciate. Risse praticamen­te «invisibili» che «danno ancora più forza al gruppo che si sente invincibil­e e ogni settimana alza sempre di più l’asticella della violenza fino a scendere di casa con il coltello in tasca».

Racconta di aver assistito tre settimane fa ad una scazzottat­a ai Decumani tra ragazzi napoletani e un gruppo giovani del nord Italia: «Usavano i caschi per fracassare i nasi e tutto per un’auto in sosta in seconda fila. Qui siamo alla follia totale», conclude.

Sanno bene cosa fare quando ci vedono, sanno che non possiamo arrestarli Noi siamo addestrati per affrontare terroristi, non questi bambini

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