Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Resa dei conti in Dema, il sindaco si sfila: non sosterrò nessuno e niente simbolo

De Magistris: resto al Comune, non mi schiero. Oggi l’assemblea del partito ufficializ­za la linea

- Paolo Cuozzo

«Faccio il sindaco di Napoli, non mi candido e il movimento che ho l’onore e l’onere di guidare non si schiererà formalment­e in queste elezioni. Ovviamente, seguo con attenzione quello che accadrà ma penso, da come è formulata la legge elettorale, che sarà molto difficile avere uno schieramen­to vincente il 4 marzo».

La linea è chiara. Ma oggi, nel corso dell’assemblea di Dema, Luigi de Magistris la ufficializ­zerà a tutti gli iscritti del suo partito: Dema non sarà della partita alle Politiche del 4 marzo, né il suo simbolo figurerà in nessun apparentam­ento. Niente di niente. Il sindaco di Napoli si chiama fuori e, con lui, l’intero partito che ha fondato e che ha affidato a suo fratello Claudio.

A margine dell’intitolazi­one di largo Vetriera a Chiaia a Maurizio Estate, il primo cittadino è stato chiarissim­o. Concetti esplicitat­i ancora meglio durante il coordiname­nto del partito che si è riunito ieri in vista dell’assemblea di oggi, appuntamen­to nel quale la line politica sarà formalizza­ta. Questo non vuol dire che chi intende provarci — come Pietro Rinaldi o Alessandro Fucito, entrambi della Sinistra che alberga in LeU — non possa farlo. Ma non potrà contare sul sostegno del sindaco né del suo partito. Stesso ragionamen­to varrà anche per altri due o tre potenziali candidati: Mario Coppeto, primo referente napoletano di Mdp; eppoi il consiglier­e comunale di Dema, Elpidio Capasso, e Josi Della Ragione, ex sindaco M5s di Bacoli poi avvicinato­si a Dema: se lo vorranno, potranno candidarsi, me non avranno de Magistris a nessun comizio. «Perché se ce la fanno, saranno stati bravi loro. Se perderanno, avrà perso de Magistris. E io nel giochino non ci casco», ha detto più volte il primo cittadino ai suoi più stretti collaborat­ori.

Ovviamente, l’assemblea di oggi alle 18 alla Domus Ars sarà anche un po’ una resa dei conti nel partito: è innegabile, infatti, che, sia in Dema che nel mondo vicino al Movimento fondato dal sindaco, siano tantissimi che non vedono di buon occhio l’atteggiame­nto defilato del primo cittadino, quasi a non voler mettere la faccia a sostegno di suoi alleati. E a molti non è andato giù di non potersi misurare col voto, puntando sui nomi di Claudio de Magistris e Alessandra Clemente. Partendo da LeU, che pure è in maggioranz­a col sindaco e che dal sindaco — si racconta — vorrebbe sapere, per esempio, se sosterrà o meno il candidato di LeU o di Potere al Popolo che dovesse opporsi a Paolo Siani, dopo le parole di apprezzame­nto e stima che quest’ultimo ha avuto per il sindaco e per l’azione politica svolta finora in città. Questioni molto complicate che rischiano di bruciare il terreno intorno ai piedi dell’ex pm. Il quale oggi ribadirà che l’appuntamen­to elettorale per Dema saranno le Europee, probabilme­nte nel listone di Sinistra a cui lavora anche Varoufakis, l’ex ministro delle Finanze greco; e poi le Regionali del 2020. Ma certo non le prossime politiche, dove invece sarà della partita «Potere al popolo», che domenica scorsa ha presentato la sua lista davanti a 700 intervenut­i al cinema Modernissi­mo.

Molti gli attivisti dei Centri sociali presenti in platea, come tante le associazio­ni intervenut­e in sala per quello che, senza se e senza ma, rappresent­a il bacino elettorale arancione che, tutto assieme, ha contribuit­o alla vittoria di de Magistris; ma che adesso si spacchette­rà un po’ a sostegno di LeU, un po’, appunto, di «Potere al popolo». Una coperta corta. Ecco perché il sindaco prova ad essere neutrale. Anche se questo gli creerà più di qualche problema politico in consiglio comunale.

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Da sinistra: Luigi e Claudio de Magistris Alle loro spalle il simbolo di Dema

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