Corriere del Mezzogiorno (Campania)
VALERIA GOLINO
ECCO IL SECONDO FILM
La regista-attrice ha finito di girare il suo «Euphoria», ora in post-produzione Protagonisti due fratelli interpretati da Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea Nel cast anche Isabella Ferrari, Valentina Cervi e Jasmine Trinca
Il 2018 sarà certamente un anno speciale per Valeria Golino che ha già vinto Coppa Volpi, David di Donatello, Nastro d’argento.
L’attrice e regista napoletana, infatti, dopo lo spiazzante esordio con «Miele», toccante e coraggioso film sull’eutanasia, ha terminato le riprese di «Euphoria», che narra l’incontro tra due persone all’apparenza lontanissime: Matteo (Riccardo Scamarcio), giovane imprenditore di successo, tenebroso e affascinante, e suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea), un uomo prudente, che vive nell’ombra ed insegna alle scuole medie nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati. Il destino ci mette lo zampino e i due, dopo essere stati lontani per anni, saranno costretti, a causa di un imprevisto, a confrontarsi e a dipanare una difficile situazione.
«Euphoria», definito dalla stessa regista «una commedia amara, un dramma dalla superficie buffa», si avvale anche delle interpretazioni di Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Jasmine Trinca e Francesco Borghese. Golino, che ha scritto la sceneggiatura assieme a due «veterane» come Francesca Marciano e la napoletana Valia Santella, l’ha girato tra Roma, Dubai, Milano e Medjugorje. Prodotto dalla Indigo film di Nicola Giuliano e Francesca Cima, in collaborazione con la Rai, si avvale della sapiente opera in sede di montaggio del napoletanissimo Giò Giò Franchini.
Ma la dinamica Valeria, comparsa anche nell’ultimo film di Gabriele Salvatores «Il ragazzo invisibile - Seconda generazione», interpreta anche il ruolo della sorella di Valeria Bruni Tedeschi in «Les estivants», affresco familiare diretto dall’attrice de «La pazza gioia» ed è, poi, al fianco di Alba Rorwacher in «Figlia mia» di Laura Bispuri che verrà proiettato a febbraio alla prossima Berlinale. Golino impersona Tina, madre amorevole che vive in rapporto simbiotico con Vittoria (Sara Casu) una bambina di dieci anni che contende ad Angelica, l’altra madre, una donna fragile ed istintiva. Un film, come ha dichiarato l’attrice napoletana che «parla di maternità e identità, ma è quasi un western».