Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fondazione Banconapoli e Federico II Ora s’indaga
Conclusa l’ispezione, intanto la Finanza torna nella sede di via Tribunali Il vicepresidente Musella indagato per alcuni corsi a Scienze politiche
Conclusa l’ispezione in Fondazione Banconapoli, ora il Ministero preme per una svolta. Intanto ieri la Finanza è tornata nell’ente: si indaga sui rapporti con l’università Federico II.
La relazione firmata dal capo degli ispettori è già sul tavolo di Alessandro Rivera, il responsabile della Vigilanza del ministero dell’Economia.
Dopo circa tre mesi di istruttoria gli ispettori inviati alla Fondazione Banco di Napoli hanno concluso il loro lavoro. I funzionari ministeriali hanno raccolto importanti documenti sull’attività del consiglio di amministrazione guidato da Daniele Marrama. Non solo: hanno ascoltato a lungo le dichiarazioni delle parti in causa che da oltre un anno si combattono in uno scontro durissimo. Da un lato il board rappresentato da Marrama, dal vicepresidente Marco Musella e dagli altri consiglieri; dall’altro i componenti «dissidenti» del Consiglio d’indirizzo: Francesco Caia, Orazio Abbamonte, Vincenzo Di Baldassarre, Rosella Paliotto, Antonio Baselice e Donato Pessolano.
I prossimi giorni saranno decisivi per il destino della governance dell’istituto di via dei Tribunali. Pochissime le indiscrezioni che filtrano sulla vicenda. La relazione finale degli ispettori, con le relative decisioni, dovrebbe essere presto sottoposta al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, anche in considerazione del fatto che le elezioni politiche sono ormai alle porte e che l’iter ispettivo dovrebbe concludersi prima del passaggio delle consegne con il nuovo Governo che uscirà dalle urne. Ci sarebbe stato una sorta di pressing ministeriale per cercare una soluzione condivisa e indolore alla paralisi dell’attività del Consiglio di indirizzo, diviso a metà rispetto alle decisioni del cda.
Tuttavia dalle relazioni ispettive emergerebbe la conferma di alcune criticità già sollevate dalla relazione di nove pagine firmata dal direttore Rivera in persona e invia al board l’8 luglio 2017. Non si può escludere a questo punto una conclusione clamorosa dell’intera vicenda che tenga conto dei rilievi procedurali sugli investimenti finanziari decisi nel 2016, ma anche degli esposti inviati, sia alle autorità di vigilanza, sia in Procura da alcuni dei consiglieri dissidenti, nonché della relativa inchiesta affidata al sostituto procuratore Sergio Amato.
A complicare il quadro è arrivato l’altro giorno anche l’avviso di garanzia al numero due della Fondazione, il vicepresidente Marco Musella che comunque si è detto sereno e pronto a offrire la sua collaborazione agli investigatori. La vicenda giudiziaria, riportata da Repubblica, non riguarda la Fondazione ma corsi di formazione organizzati all’Università Federico II, dove Musella è direttore di dipartimento a Scienze Politiche. La Guardia di Finanza, su mandato del pm Amato, ieri è tornata nella sede dell’ente e sta approfondendo eventuali rapporti tra le persone indagate e la Fondazione Banco di Napoli.
Infine, ma non ultimo, il capitolo dei ricorsi e degli esposti presentati dal professore Francesco Fimmanò, il giurista che era entrato come rappresentante della Regione Campania e che venne estromesso dalla maggioranza del Consiglio d’indirizzo. A breve dovrebbe arrivare anche la decisione nel giudizio civile promosso da Fimmanò il quale, a sua volta, aveva chiesto anche il commissariamento dell’ente. Senza dimenticare che il Consiglio di indirizzo ha già perso quattro consiglieri che hanno presentato, in tempi diversi, le dimissioni.