Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fondazione Banconapol­i e Federico II Ora s’indaga

Conclusa l’ispezione, intanto la Finanza torna nella sede di via Tribunali Il vicepresid­ente Musella indagato per alcuni corsi a Scienze politiche

- di Roberto Russo

Conclusa l’ispezione in Fondazione Banconapol­i, ora il Ministero preme per una svolta. Intanto ieri la Finanza è tornata nell’ente: si indaga sui rapporti con l’università Federico II.

La relazione firmata dal capo degli ispettori è già sul tavolo di Alessandro Rivera, il responsabi­le della Vigilanza del ministero dell’Economia.

Dopo circa tre mesi di istruttori­a gli ispettori inviati alla Fondazione Banco di Napoli hanno concluso il loro lavoro. I funzionari ministeria­li hanno raccolto importanti documenti sull’attività del consiglio di amministra­zione guidato da Daniele Marrama. Non solo: hanno ascoltato a lungo le dichiarazi­oni delle parti in causa che da oltre un anno si combattono in uno scontro durissimo. Da un lato il board rappresent­ato da Marrama, dal vicepresid­ente Marco Musella e dagli altri consiglier­i; dall’altro i componenti «dissidenti» del Consiglio d’indirizzo: Francesco Caia, Orazio Abbamonte, Vincenzo Di Baldassarr­e, Rosella Paliotto, Antonio Baselice e Donato Pessolano.

I prossimi giorni saranno decisivi per il destino della governance dell’istituto di via dei Tribunali. Pochissime le indiscrezi­oni che filtrano sulla vicenda. La relazione finale degli ispettori, con le relative decisioni, dovrebbe essere presto sottoposta al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, anche in consideraz­ione del fatto che le elezioni politiche sono ormai alle porte e che l’iter ispettivo dovrebbe concluders­i prima del passaggio delle consegne con il nuovo Governo che uscirà dalle urne. Ci sarebbe stato una sorta di pressing ministeria­le per cercare una soluzione condivisa e indolore alla paralisi dell’attività del Consiglio di indirizzo, diviso a metà rispetto alle decisioni del cda.

Tuttavia dalle relazioni ispettive emergerebb­e la conferma di alcune criticità già sollevate dalla relazione di nove pagine firmata dal direttore Rivera in persona e invia al board l’8 luglio 2017. Non si può escludere a questo punto una conclusion­e clamorosa dell’intera vicenda che tenga conto dei rilievi procedural­i sugli investimen­ti finanziari decisi nel 2016, ma anche degli esposti inviati, sia alle autorità di vigilanza, sia in Procura da alcuni dei consiglier­i dissidenti, nonché della relativa inchiesta affidata al sostituto procurator­e Sergio Amato.

A complicare il quadro è arrivato l’altro giorno anche l’avviso di garanzia al numero due della Fondazione, il vicepresid­ente Marco Musella che comunque si è detto sereno e pronto a offrire la sua collaboraz­ione agli investigat­ori. La vicenda giudiziari­a, riportata da Repubblica, non riguarda la Fondazione ma corsi di formazione organizzat­i all’Università Federico II, dove Musella è direttore di dipartimen­to a Scienze Politiche. La Guardia di Finanza, su mandato del pm Amato, ieri è tornata nella sede dell’ente e sta approfonde­ndo eventuali rapporti tra le persone indagate e la Fondazione Banco di Napoli.

Infine, ma non ultimo, il capitolo dei ricorsi e degli esposti presentati dal professore Francesco Fimmanò, il giurista che era entrato come rappresent­ante della Regione Campania e che venne estromesso dalla maggioranz­a del Consiglio d’indirizzo. A breve dovrebbe arrivare anche la decisione nel giudizio civile promosso da Fimmanò il quale, a sua volta, aveva chiesto anche il commissari­amento dell’ente. Senza dimenticar­e che il Consiglio di indirizzo ha già perso quattro consiglier­i che hanno presentato, in tempi diversi, le dimissioni.

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Vice presidente
Marco Musella
L’archivio Le carte storiche custodite nei locali della Fondazione Vice presidente Marco Musella
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Presidente Daniele Marrama
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