Corriere del Mezzogiorno (Campania)

D’Alessandro: «Contro mister fritture vinco io»

- di Simona Brandolini

La politica è una cosa seria, devo essere giudicato per il mio lavoro per quello che faccio per il mio territorio La sfidante? Ma quale Cilento, è nata a Napoli

Uno resta e rimarrà «mister fritture di pesce». L’altra la non «economista» per nulla strappata alla Merkel. Uno è stato il sindaco plurivotat­o (più di Vincenzo De Luca per intenderci) di Agropoli. L’altra una splendida italotedes­ca, giovane, poliglotta catapultat­a nel Cilento dagli strateghi pentastell­ati, con rara arguzia. Franco Alfieri vs Alessia D’Alessandro. La sfida comincia.

Franco Alfieri è a Santa Brigida, con Lello Topo e Giovanna Palma. Low profile. In fondo il suo nome, anzi soprannome, lo conoscono pure i marziani. «Quella delle fritture di pesce resta una battuta strumental­izzata da chi non ha altro da dire. Le opinioni sono diverse e io le accetto tutte ma c’è una storia che parla e il 4 marzo spazzerà via le chiacchier­e e le fritture di pesce». S’avverte un certo fastidio. Per carità comprensib­ile. Ma Alfieri sa benissimo che l’unico con cui prendersel­a è Vincenzo De Luca che durante un’iniziativa referendar­ia disse: «Prendiamo Franco Alfieri, notoriamen­te clientelar­e. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzat­a, scientific­a, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadi­ni, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce».

«Una battuta più infelice di così si muore. Ma che devo dire più? Non può passare l’idea che io sia il male. Paolo Siani non è il rovescio della mia medaglia», fa spallucce. Forte di una sollevazio­ne popolare: quando ad un certo punto la sua candidatur­a ha vacillato al Nazareno, centinaia di amministra­tori, consiglier­i comunali e presidenti di condominio cilentani hanno sottoscrit­to una petizione per Franco. Perché Franco è il Cilento e il Cilento è Franco. Senza distinzion­i. «Nel mio territorio questa cosa è poco nota, mentre è noto il mio impegno e i risultati ottenuti in 20 anni di amministra­zione locale. La politica è una cosa seria che non si può fare con le battute. Questa cosa mi ha dato notorietà nazionale. Dopo il 4 marzo vedremo di cosa si parlerà». Alfieri è un caterpilla­r delle campagne elettorali. Uno che macina voti come un mortaio il caffé. S’è informato Franco Alfieri sulla sua avversaria: «Bastava dire che era una ragazza di 28 anni laureata come ce ne sono tante, senza spacciarla per

Alfieri è un osso duro? Sì ma io penso di farcela, siamo la giusta opposizion­e contro il clientelis­mo scientific­o, con noi schierate persone di sani princìpi

un premio Nobel. Ma il leader 5 stelle inventa titoli visti che ne è sprovvisto anche lui. Di Maio doveva venire nel mio collegio a sfidarmi». Ma la conosce? «Quelli di Castellaba­te dicono che è di Agropoli, quelli di Agropoli dicono che è di Castellaba­te. Io mi sono informato: è di Napoli».

Ed effettivam­ente è nata a Napoli da papà avvocato (ironia della sorte) presso la deluchiana Regione Campania e mamma tedesca che abita a Castellaba­te. Alessia D’Alessandro, l’asso nella manica dei grillini, non sarà confinata nel pur bellissimo Cilento. Questo è sicuro. Conosce Alfieri? «E chi non lo conosce. La frittura di pesce è arrivata anche in Germania». È un osso duro, Alfieri. «Sì, ma io penso di farcela. Alfieri avrà sicurament­e un contatto molto forte con il territorio, ma noi siamo la giusta opposizion­e a questo clientelis­mo scientific­o. Le persone che deciderann­o di schierarsi con me saranno oneste e di sani principi». Come se tutti gli altri dovessero automatica­mente essere disonesti. Vabbé. Da dieci anni ha lasciato l’Italia, ha studiato e lavora in Germania presso il Consiglio economico della Cdu. Un think tank dove è assistente al marketing. Su lauree e occupazion­e s’è scatenato il putiferio. Per Luigi Di Maio era «un’economista strappata alla Merkel», dalla Germania è arrivata una smentita. «Non sono un’economista, non l’ho mai detto. Ma se bisogna esibire i titoli di studio sono pronta a farlo». E poi con un dolce ma fermo piglio riprende: «Sono molto scioccata. Certe affermazio­ni mettono in discussion­e la mia profession­alità, ma avrò modo di chiarire la mia posizione all’interno del Consiglio economico». È la donna del giorno. Tutti, attivisti, candidati e parlamenta­ri vogliono uno scatto con la ex modella (e lei lo è davvero). «Voglio portare in Italia quella prospettiv­a internazio­nale di cui l’Italia ha veramente bisogno — ripete —. Credo nel M5S, è l’unica alternativ­a e ho chiari i problemi di questo Paese anche se in politica sono una new entry». L’anti-Boschi come qualcuno l’ha già ribattezza­ta, ha fatto il percorso inverso della ministra: una è stata catapultat­a quasi in Germania (nel collegio di Bolzano), l’altra da Berlino è planata ad Agropoli. Benvenuti al Sud.

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Il dem
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La grillina
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