Corriere del Mezzogiorno (Campania)

5 Stelle, la carica dei laureati E Luigi incontra a Napoli industrial­i e profession­isti

I volti: prof universita­ri, scienziati, medici, un generale dell’Arma

- di Simona Brandolini

NAPOLI «Certo che si vede la differenza rispetto a cinque anni fa. Prima i candidati erano random, ora li abbiamo scelti». Spiega Roberto Fico: «Prendiamo Alessia (D’Alessandro), ha inviato un curriculum dopo il nostro appello ai migliori». Mah. Sarà, ma la sensazione è che ci sia stata una selezione, anzi una ricerca scientific­a per comporre le liste. Tentando di sovvertire la più elementare delle critiche: i grillini così sono passati da incompeten­ti a «supercompe­tenti».

Sul palco del cinema Hart di via Crispi (dato gratuitame­nte al Movimento) si alternano i candidati nei collegi uninominal­i, ventisette per la gioia dei presenti. Tutti curricula-muniti: si va dal master in su.

Un laureato su quel palco quasi si vergognere­bbe. Ovvio che la base ortodossa, la massa di attivisti che in questi anni hanno consumato suole sulle discariche, si siano sentiti messi all’angolo. La «Campania migliore», per dirla con Fico e Di Maio è fatta di professori universita­ri, avvocati, scienziati, medici, un generale (Antonio Del Monaco), imprendito­ri, attori, ex presidenti Unicef (Vincenzo Spadafora), ex magistrati del Tar con quattro lauree (è il caso di Vincenzo Castiello).

Una mutazione genetica: meno lotta e più governo, insomma. Meno piazza, più teatri. Tant’è che il capo politico del Movimento, il pomigliane­se Luigi Di Maio, il 12 febbraio sarà a Napoli nel centraliss­imo teatro Sannazaro (il teatro bassolinia­no per eccellenza) con imprendito­ri e ordini profession­ali. Un’iniziativa a inviti per cinquecent­o persone. Sarà il primo appuntamen­to di Di Maio in Campania. Mentre il camper «popolare» di Alessandro Di Battista arriverà il 22 e 23 febbraio a Casal di Principe e Scafati.

Insomma, in cinque anni ne sono cambiate di cose. «Sono convinto che il 5 marzo saremo la prima forza politica italiana e la prima forza nella città di Napoli», prosegue Fico capolista a Napoli e candidato nel collegio di Fuorigrott­a. Attacca il Pd: «A Napoli il Pd è stato totalmente autorefere­nziale. Non ha pensato più al territorio, non ha fatto passi in avanti. Si è attorcigli­ato su sé stesso e hanno parlato più di potere e poltrone e di commissari­amenti che di sviluppo del territorio. Questo lo ha reso non più credibile a Napoli, e spero sia così per tutta Italia».

La consiglier­a regionale Valeria Ciarambino presenta ad uno ad uno i candidati: «Donne e uomini con testa e cuore. Non figli di papà o signori delle fritture di pesce». Sul blog del Movimento in mattinata campeggia un lungo comunicato sugli «impresenta­bili» dem. Con un attacco a Piero De Luca e Franco Alfieri, ma anche a Umberto Del Basso de Caro. Insomma gli avversari sono loro.

Vincenzo Spadafora, uno degli uomini più vicini a Di Maio, è candidato a Casoria: «Senza paracadute, specifico. Finora non mi aveva convinto nessun partito e ne ho frequentat­i. Stavolta mi metto in gioco, nel modo più semplice, tra la gente». È l’unico che anche i parlamenta­ri conoscono. Poi arrivano i tre candidati che devono sfidare i mister preferenze. Generoso Maraia tra i pochissimi irpini a non essere demitiano, contro di lui Giuseppe De Mita: «Se permettete è la battaglia delle battaglie contro il feudatario». Poi arriva Nicola Provenza, medico, l’anti «figlio di papà», se la dovrà vedere contro Piero De Luca. Qualche salernitan­o lo guarda e sospira: «È bravissimo, ma De Luca sta 20 mila voti sopra». Scortata da Angelo Tofalo e reduce da una cena milanese con i vertici del Movimento, compreso Davide Casaleggio, arriva anche Alessia D’Alessandro. È lei che sfiderà Franco Alfieri. È lei uno dei testimonia­l del nuovo M5S.

Fico Cinque anni fa i candidati erano random, ora li abbiamo scelti

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