Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Musei, a rischio i direttori stranieri Bellenger: grave
Il Consiglio di Stato ci ripensa. Zuchtriegel: sarebbe una chiusura, ci vogliono leggi chiare
Al risveglio da record dei musei campani e italiani, corrisponde un’altrettanto vivace produzione di sentenze in materia. Ieri il Consiglio di Stato ha rimesso in discussione la scelta di affidare anche a direttori stranieri la guida dei musei pubblici. La decisione, presa dalla sesta sezione del Consiglio, riguarda un ricorso presentato nei mesi scorsi. Nella loro argomentazione — secondo le agenzie — i giudici promuovono la procedura scelta dal Mibact per la valutazione a concorso dei direttori dei musei pubblici dotati di autonomia gestionale e amministrativa, ma rimettono la decisione sull’apertura agli stranieri all’adunanza plenaria.
Il ministro Dario Franceschini reagisce subito e gli parte l’indice per digitare un tweet: «Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo?». E su Facebook aggiunge: «E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigiosi? E quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?». Il ministro tira in ballo, dunque, tanto Sylvian Bellenger che Mark Zuckdrigel.
E proprio il primo, colto da questa spada di Damocle nel corso della presentazione di un’ennesima attività — la mappa del Giardino anglo-cinese e un questionario ai visitatori (nell’articolo a destra) — commenta: «La decisione del Consiglio del Stato è l’ennesima dimostrazione che la burocrazia in Italia mette in ginocchio il Paese, crea una grande incertezza per le competenze venute dall’estero, dopo aver lasciato solide e prestigiose posizioni professionali per candidarsi alla guida dei musei italiani. Tutto questo è gravissimo e nuoce moltissimo all’Italia e agli italiani».
E, dati alla mano, rivendica il nuovo slancio generato dalla riforma che gli ha offerto l’occasione di guidare Museo e Real Bosco di Capodimonte: «I successi della riforma Franceschini sono sotto gli occhi
di tutti e non solo in termini numerici, come aumento dei visitatori, ma anche in termini di visibilità: i musei, le loro preziose collezioni, le mostre e le altre attività sono tornati nella coscienza e nel dibattito pubblico dopo molti anni».
La decisione che spetterà all’adunata plenaria pende ora come una minaccia sui direttori campani made in
France e in Germany. Ma loro non si lasciano irretire: «Noi continuiamo a lavorare sereni agli importanti progetti pluriennali sul museo e sul bosco perché una seria politica culturale non si improvvisa, ma si programma almeno per il quinquennio successivo» conclude Bellenger.
E da Paestum, Gabriel Zuchtriegel, a capo del Parco archeologico, commenta: «Se l’adunanza plenaria del consiglio di Stato potrà fare chiarezza su questo punto che è stato rimandato a quella sede in virtù della sua complessità, credo che sia una cosa positiva per tutti».
E aggiunge: «Certo mi dispiacerebbe se si dovesse arrivare a una decisione negativa e a una chiusura: credo che l’internazionalizzazione sia una cosa che arricchisce, ma bisogna anche avere un contesto legislativo chiaro. In questo, l’adunanza del Consiglio sarà sicuramente un passo in avanti. Al di là di questioni giuridiche, di cui non sono esperto e non entro nel merito, rimane per me la dimensione umana, è qui non sussiste nessun dubbio: gli italiani e i pestani in particolare mi hanno accolto con un grande calore e non mi hanno mai fatto sentire uno straniero. Anche se dovessi andare via domani, e tutti dovremo lasciare prima e poi, essendo esseri mortali, andrei che il cuore riempito di questo spirito di accoglienza e collaborazione».