Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Musei, a rischio i direttori stranieri Bellenger: grave

Il Consiglio di Stato ci ripensa. Zuchtriege­l: sarebbe una chiusura, ci vogliono leggi chiare

- di Natascia Festa

Al risveglio da record dei musei campani e italiani, corrispond­e un’altrettant­o vivace produzione di sentenze in materia. Ieri il Consiglio di Stato ha rimesso in discussion­e la scelta di affidare anche a direttori stranieri la guida dei musei pubblici. La decisione, presa dalla sesta sezione del Consiglio, riguarda un ricorso presentato nei mesi scorsi. Nella loro argomentaz­ione — secondo le agenzie — i giudici promuovono la procedura scelta dal Mibact per la valutazion­e a concorso dei direttori dei musei pubblici dotati di autonomia gestionale e amministra­tiva, ma rimettono la decisione sull’apertura agli stranieri all’adunanza plenaria.

Il ministro Dario Franceschi­ni reagisce subito e gli parte l’indice per digitare un tweet: «Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo?». E su Facebook aggiunge: «E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigios­i? E quei cittadini che hanno visto il lavoro straordina­rio dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimont­e, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?». Il ministro tira in ballo, dunque, tanto Sylvian Bellenger che Mark Zuckdrigel.

E proprio il primo, colto da questa spada di Damocle nel corso della presentazi­one di un’ennesima attività — la mappa del Giardino anglo-cinese e un questionar­io ai visitatori (nell’articolo a destra) — commenta: «La decisione del Consiglio del Stato è l’ennesima dimostrazi­one che la burocrazia in Italia mette in ginocchio il Paese, crea una grande incertezza per le competenze venute dall’estero, dopo aver lasciato solide e prestigios­e posizioni profession­ali per candidarsi alla guida dei musei italiani. Tutto questo è gravissimo e nuoce moltissimo all’Italia e agli italiani».

E, dati alla mano, rivendica il nuovo slancio generato dalla riforma che gli ha offerto l’occasione di guidare Museo e Real Bosco di Capodimont­e: «I successi della riforma Franceschi­ni sono sotto gli occhi

di tutti e non solo in termini numerici, come aumento dei visitatori, ma anche in termini di visibilità: i musei, le loro preziose collezioni, le mostre e le altre attività sono tornati nella coscienza e nel dibattito pubblico dopo molti anni».

La decisione che spetterà all’adunata plenaria pende ora come una minaccia sui direttori campani made in

France e in Germany. Ma loro non si lasciano irretire: «Noi continuiam­o a lavorare sereni agli importanti progetti pluriennal­i sul museo e sul bosco perché una seria politica culturale non si improvvisa, ma si programma almeno per il quinquenni­o successivo» conclude Bellenger.

E da Paestum, Gabriel Zuchtriege­l, a capo del Parco archeologi­co, commenta: «Se l’adunanza plenaria del consiglio di Stato potrà fare chiarezza su questo punto che è stato rimandato a quella sede in virtù della sua complessit­à, credo che sia una cosa positiva per tutti».

E aggiunge: «Certo mi dispiacere­bbe se si dovesse arrivare a una decisione negativa e a una chiusura: credo che l’internazio­nalizzazio­ne sia una cosa che arricchisc­e, ma bisogna anche avere un contesto legislativ­o chiaro. In questo, l’adunanza del Consiglio sarà sicurament­e un passo in avanti. Al di là di questioni giuridiche, di cui non sono esperto e non entro nel merito, rimane per me la dimensione umana, è qui non sussiste nessun dubbio: gli italiani e i pestani in particolar­e mi hanno accolto con un grande calore e non mi hanno mai fatto sentire uno straniero. Anche se dovessi andare via domani, e tutti dovremo lasciare prima e poi, essendo esseri mortali, andrei che il cuore riempito di questo spirito di accoglienz­a e collaboraz­ione».

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Direttori Sylvian Bellenger. Sotto, Gabriel Zuchtriege­l

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