Corriere del Mezzogiorno (Campania)
FRANK MATANO MUSSOLINI? CHE PAURA
L’attore protagonista di «Sono tornato» di Luca Miniero «È un momento di smarrimento, sfiducia e confusione E la gente ora cerca un uomo forte, che dia una soluzione»
Non poteva essere che Frank Matano, con la sua apparente aria da bravo ragazzo, a interpretare il ruolo di Andrea Canaletti, l’aspirante documentarista, che incontra per caso un Benito Mussolini risorto in «Sono tornato». Il nuovo film del napoletano Luca Miniero, prodotto da Indiana films e distribuito Vision, è un remake italiano del tedesco «Lui è tornato», tratto dal bestseller di Timur Vermes. Dove a risvegliarsi era un’inquietante Adolf Hitler.
Nato a Santa Maria Capua Vetere 27 anni fa, Matano era partito come icona della rete, riuscendo, grazie alla sua grande creatività, a diventare un fenomeno virale, ma da anni ormai è una star nel cinema e in tv. Nel lungometraggio veste i panni di un eterno precario, con grandi aspirazioni, ma pochissimi successi. Quando incontra Mussolini (nel ruolo uno straordinario Massimo Popolizio), lo crede un comico perfetto e, per questo, cerca di renderlo protagonista di un suo filmato, che finalmente lo consacrerà al mondo del cinema. I due iniziano, così, una surreale convivenza, tra viaggi per l’Italia e ospitate tv. Fino a che il tiranno non verrà fuori…
Come è il suo personaggio di giornalista e documentarista. Come lo ha costruito?
«Dal punto di vista recitativo ho cercato di essere credibile, realistico, concentrandomi sul fatto di avere al fianco Mussolini. Il mio personaggio è uno sfigato, ambizioso ed entusiasta, quando conosce il dittatore è felice, perché vuole girare un documentario su di lui. Poi la sua iniziale esaltazione passa, perché si rende conto del “Male” che ha di fronte. Vuole fermarlo. A quel punto, anche nella mia interpretazione c’è un cambio di tono».
Ha già detto che questo film non è su Mussolini, ma sull’Italia di oggi. Secondo lei nel Belpaese, come si vive la politica?
«C’è un grande momento di smarrimento e confusione, non ci si fida più di nessuno. E questo porta la gente a cercare un uomo forte, che ci dia una soluzione. Ma la crisi, la paura, non stanno aiutando ad avere un pensiero lucido. L’ho notato anche durante la lavorazione del film, abbiamo intervistato varie persone per strada, sapevano che eravamo attori. Qualcuno parlava con nostalgia del periodo del fascismo, una cosa spaventosa».
Che cosa direbbe al vero Mussolini se lo incontrasse?
«Non lo so, avrei paura di lui, non avrei il coraggio di parlargli».
Ci sono personaggi della storia che avrebbe voluto, invece, conoscere?
«Vorrei conoscere un personaggio di oggi, Helon Musk. L’inventore di SpaceX, mi attira moltissimo. Avremo bisogno di uno come lui in Italia. Le cose che dice e pensa hanno un linguaggio che è davvero avanti».
Cosa pensa del nuovo Rinascimento napoletano?
«Secondo me è fisiologico, Napoli è un luogo di grande cultura, c’è un forte dibattito. Lo testimoniano tutti i film e le nuove serie che si stanno girando. Ho molti amici napoletani, particolarmente svegli».
I suoi progetti futuri?
«Sto montando il film “Tonno spiaggiato”, scritto a quattro mani con Matteo Martinez, che ne cura anche la regia, con lui collaboro da anni. L’ho girato in provincia di Caserta, nel mio paese di origine. È stato stranissimo ritornare nei miei luoghi, una bella magia. Mi piacerebbe ritornare a girare lì dove ho trascorso la mia infanzia».