Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giù la maschera
Neanche il tempo di mangiare una bella fetta di lasagna e già bisogna scartocciare le frasi d’amore scritte nei baci dalla cantante Emma Marrone
Una volta all’anno è lecito impazzire, ammonivano gli antichi romani. E quale migliore occasione, come dire “istituzionale”, della festa di Carnevale per rispettare le indicazioni di bisboccia dei nostri avi? È in questo periodo, a febbraio, che si concentrano frizzi e lazzi, dionisiaco e apollineo, all’insegna di un’allegria, che dovrebbe essere spontanea ma il più delle volte suona forzata, rappresentata con allegorie e travestimenti erga omnes. Ci sono intere comunità che dal martedì grasso hanno saputo ricavare margini interessanti di business, basti pensare a Venezia, Viareggio, Polignano a Mare, tanto per fare degli esempi. La Campania da questo punto di vista è un po’ deficitaria pur potendo contare su una delle maschere della commedia dell’arte più identitarie del mondo, Pulcinella, mirabilmente ritratta, a lato, da Giandomenico Tiepolo, nel dipinto Pulcinella
innamorato (1797). E qui ci incamminiamo su un altro terreno, altrettanto minato, quello della festa di San Valentino, gioia e dolore delle coppie di ogni età, mai come quest’anno intimamente legata al tripudio di coriandoli e stelle filanti. Neanche il tempo di terminare la nostra bella fetta di lasagna, il 13 febbraio , e già saremo, il giorno dopo, alle prese con le frasi d’amore da scartocciare all’interno dei noti cioccolatini, affidate quest’anno alla riconosciuta sensibilità della cantante Emma Marrone.
Ma c’è qualcosa che unisce, al di là del mese di febbraio e della distanza ravvicinata in calendario, le due ricorrenze? A pensarci bene, sì, e si tratta di un accessorio indispensabile, la maschera, che come asseriva Oscar Wilde, ci dice di più di una faccia. A Carnevale la maschera è tutto: è il primo step del travestimento, vezzosa o intrigante, preziosamente decorata o povera ma bella. Ma è pur sempre qualcosa di innocente, che riporta all’infanzia.
Anche nell’amore, in un certo tipo d’amore, è frequente il ricorso alla maschera e non solo in senso lato. Qui non si tratta però dell’irrequietezza di essere qualcun altro, la maschera assume un preciso significato malizioso, serve a nascondere un volto per non comprometterlo. Siamo nel campo dei giochi erotici propiziati dalla trilogia delle Cinquanta sfumature,
degli scambi di coppia che, secondo un sito specializzato, in Italia coinvolgono ormai più di due milioni di persone. La maschera trasforma e si trasforma in uno strumento licenzioso, ben lontano dall’uso spensierato che se n’è fatto finora, in linea con la tendenza generalizzata, specie sui social, ad esibire mentite spoglie. Giù la maschera, allora, diventa un invito ad essere sempre se stessi.
L’una e l’altra A Carnevale è il primo step del travestimento, qualcosa di innocente che riporta all’infanzia; in amore è gioco erotico e scambismo