Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Suoli dissequestrati, corsa contro il tempo per rilanciare le aree
Arcuri, manager Invitalia: «Ora possiamo semplificare e velocizzare le operazioni»
«Il dissequestro è benvenuto perché consente al proprietario dell’area, che in funzione di una norma è Invitalia, di poterla gestire pienamente. Prima dell’estate credo si possa iniziare lavori di progettazione della bonifica». Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, attendeva con ansia che i suoli di Bagnoli tornassero a disposizione per procedere con bonifica e trasformazione dell’area. E ora che il provvedimento è scattato, è scattata anche la corsa contro il tempo per procedere con le bonifiche nella aree finora sequestrate dal Tribunale. «Una parte delle problematiche che abbiamo avuto — ha raccontato Arcuri — è stata legata alla legittima decisione da parte del tribunale di tenere l’area sequestrata in attesa di questa sentenza. Questa lesione è venuta finalmente meno e ringraziamo il tribunale che ha disposto il dissequestro che ci permette ora di semplificare e velocizzare le operazioni su Bagnoli». Arcuri ha ricorda che Invitalia ha «bandito la gara per la progettazione delle bonifiche, avendo condiviso con la cabina di regia i risultati dell’analisi tecnica che hanno evidenziato scientificamente che la bonifica va fatta da capo».
Molte le reazioni politiche alla sentenza. «Una giornata importante, per Bagnoli – ha dichiarato la senatrice del MoVimento 5 Stelle, Paola Nugnes — ma in ogni caso, dopo undici anni dall’inizio del processo, non potrà esserci risarcimento finché non saranno effettuate le bonifiche che ancora oggi, a 30 anni dalla chiusura della fabbrica, restano un miraggio».
Non si risparmia neppure Mara Carfagna deputato e consigliere comunale a Napoli di Forza Italia: «Non ci meraviglia la sentenza su Bagnoli – ha sottolineato — la bonifica è tutta da rifare, sprecati soldi e tempo prezioso. La condanna mette in luce le grosse responsabilità delle giunte di centrosinistra a testimonianza della mala gestione susseguitasi negli anni». «Al di là del percorso giudiziario che è necessario per individuare le responsabilità per gli inaccettabili ritardi e le tante omissioni, è necessario non perdere più tempo e procedere con la riqualificazione di quell’area», affermano i Verdi con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e i consiglieri comunali Stefano Buono e Marco Gaudini, per i quali «il prossimo Governo dovrà mantenere Bagnoli al centro dell’agenda, continuando il lavoro avviato, ma garantendo la piena collaborazione con gli enti locali e con la popolazione e gli imprenditori locali».
«Una buona notizia, Bagnoli può finalmente ripartire», ha detto il segretario confede- rale della Cisl, Angelo Colombini.
«Quella di Bagnoli è una delle vicende italiane più gravi per quanto riguarda i ritardi nell’attuazione delle opere di bonifica e i risanamenti ambientali. È tempo per l’Italia di voltare pagina: non possiamo più permetterci questo sperpero di denaro pubblico e l’incremento dei rischi per la salute dei cittadini derivante da un inquinamento protratto da false operazioni di bonifica», è il pensiero di Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente. «
Ancora una volta», rimarca Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, «la magistratura deve sostituirsi alla politica. Assistiamo a un copione che in Campania si ripete ogni qualvolta si parla di bonifiche di siti contaminati».
Bandita la gara per progettare tutti i vari interventi