Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Finanza in Fondazione Banco di Napoli Acquisiti atti per le indagini su Musella

Il caso Le fiamme gialle inviate dal pm Amato, verifiche sui corsi alla Federico II

- Roberto Russo

La Guardia di Finanza è tornata nella sede della Fondazione Banco di Napoli. Gli uomini della tributaria, al comando del colonnello Giovanni Salerno, hanno acquisito atti che riguardano l’inchiesta sul alcuni corsi di formazione indetti nella facoltà di Scienze politiche alla Federico II. Nell’inchiesta è coinvolto Marco Musella, numero due della Fondazione, dopo l’accusa di un consulente Ue.

La Guardia di Finanza è tornata nella sede della Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali. Le fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria di Napoli (al comando del colonnello Giovanni Salerno e su delega del pm Sergio Amato) si sono fatte consegnare documentaz­ione relativa alle società finite nell’inchiesta sui corsi di formazione a Scienze politiche.

Come si ricorderà, nella vicenda risulta indagato Marco Musella, nella sua qualità di direttore di Dipartimen­to a Scienze politiche. Musella è anche vicepresid­ente della Fondazione Banconapol­i. Oltre a lui sono sott’inchiesta, sempre con l’ipotesi di abuso d’ufficio, il ricercator­e Gianluca Luise e l’amministra­tivo Raffaele Leonese. La Procura vuole ora vederci chiaro nei rapporti tra i docenti e i partner delle attività formative, a cominciare proprio dalla Fondazione di via dei Tribunali. I magistrati intendono accertare la natura dei rapporti instaurati in occasione della organizzaz­ione e della gestione dei corsi che, almeno in parte vennero finanziati con fondi europei. Un’indagine complessa i cui contorni sono tutti da definire. È scattata l’estate scorsa in base alla denuncia di Valter Pagani, un esperto nel settore della progettazi­one e formazione comunitari­a. Pagani è responsabi­le del Ceernt (Centre europeen d’étude, recherche et nouvelles technologi­es), associazio­ne di diritto belga con sede a Bruxelles. Pagani sostiene, tra l’altro, di non aver ottenuto spettanze per la sua attività dal dipartimen­to. La sua associazio­ne nel 2014, su richiesta del Dipartimen­to di Scienze politiche della Federico II, effettuò per il personale di ricerca e amministra­tivo un «coach» formativo nell’ambito del programma Horizon 2020. Poi il Ceernt sottoscris­se un protocollo d’intesa con il dipartimen­to universita­rio per la collaboraz­ione a organizzar­e corsi «Eqf», stage presso la sede di Bruxelles e altre attività collegate.

Intanto, venne fondata a Napoli l’associazio­ne Apeur, nel cui cda figuravano Luise, lo stesso Pagani, Leonese e altri due consiglier­i. Una associazio­ne sulle cui attività si è ora appuntata l’attenzione degli investigat­ori. Secondo l’oggetto sociale avrebbe dovuto rappresent­are, su base nazionale, i profession­isti impegnati come «progettist­i europei». In realtà, secondo la tesi esposta dal denunciant­e, l’associazio­ne avrebbe avuto carattere locale e si sarebbe «appoggiata» sulle strutture del dipartimen­to. Pagani ha fornito un’ampia documentaz­ione al pm Amato che lo ha ascoltato nei mesi scorsi in due occasioni. Tra l’altro ha scritto nella denuncia che Apeur poteva diventare «un provider di formazione autonomo cui far gestire corsi, sottraendo­li a controlli e agli obblighi di carattere pubblico dell’Ateneo».

Quali sono i punti di contatto con la Fondazione Banconapol­i? Sempre secondo la denuncia di Valter Pagani, riguardere­bbero il corso di «alta formazione in fund raising per l’anno accademico 2015/2016» da cui il Ceernt sarebbe stato escluso. «Al suo posto — continua — almeno per la parte relativa ai tirocini, venivano inseriti la Fondazione Banco di Napoli, Meridonare srl e Apeur». Il prof Musella, come è noto, è vicepresid­ente della Fondazione e presidente di Meridonare, l’associazio­ne di crowdfundi­ng sociale.

Va detto che Musella, dopo l’avviso di garanzia, ha dichiarato a Repubblica: «È stato un fulmine a ciel sereno, per fare chiarezza in una vicenda che non sono riuscito a comprender­e bene. Noi cittadini che abbiamo delle responsabi­lità ci troviamo in una posizione difficile».

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Bufera La sede della Fondazione Banconapol­i
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