Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sgarbi: io a metà tra De Luca e Berlusconi
Lo storico dell’arte ha inaugurato la campagna elettorale a Pomigliano d’Arco «Ho fatto tanto per Napoli, Maradona verrà a visitare il mio museo della follia»
«Io sono l’unico candidato che mette d’accordo sia la sinistra del presidente De Luca, mio fratello politico, che il centrodestra di Berlusconi. Poiché sono l’unico antidoto culturale all’incompetenza a 5 stelle. Io ho già fatto molto per Napoli e la Campania. E ora metterò d’accordo tutti contro Di Maio». Al via la campagna elettorale a Pomigliano di Vittorio Sgarbi.
«Io sono l’unico candidato che mette d’accordo sia la sinistra del presidente De Luca, mio fratello politico, che il centrodestra di Berlusconi. Poiché sono l’unico antidoto culturale all’incompetenza a 5 stelle. Io ho già fatto molto per Napoli e la Campania. Attualmente sono presente con due esposizioni artistiche: una a Capodimonte, dal titolo “Carta Bianca” e l’altra alla Pietrasanta, che si chiama “Il Museo della follia: da Goya a Maradona”. Anzi, vi annuncio che Diego verrà dopo il 14 febbraio per visitarla».
La pioggia battente non scoraggia l’impetuosa inaugurazione della campagna elettorale di Vittorio Sgarbi a Pomigliano, nel fortilizio elettorale di Luigino Di Maio, dove lo storico dell’arte, sfidante del candidato premier grillino, è stato accolto con un manifesto minaccioso che lo ritrae con la testa mozzata su un corpo di capra e con la scritta «Sgarbi a Pomigliano? Cercano altri agnelli sacrificali, ma credono che è sempre Pasqua?», firmato dalle sigle Si Cobas Fca e Collettivo 48 Ohm. Lui, attuale assessore regionale alla Cultura in Sicilia, quasi prova a drammatizzare: «Una evidente intimidazione, ancora più grave perché proveniente da soggetti collaterali al Movimento 5 stelle».
Ma il suo commento viene severamente contestato dal circuito pentastellato che, nel contempo, prende le distanze dall’iniziativa e ricorda che anche Di Maio è stato oggetto di attacchi della stessa violenza. Sgarbi stringe mani di chiesa in chiesa ad anziane devote, ammiccando a qualche signora di bella presenza, e finendo per concedersi ad un selfie con don Carmine Coppola, parroco di San Pietro che, dicono, sia un fan del vice presidente della Camera e leader dei 5 stelle: «Non so se andrà in Paradiso – lo riprende -, ma più probabilmente in Purgatorio. Come si fa ad aver fiducia in un movimento che non ha prodotto alcuna riflessione sullo spirito, sull’anima, sul valore culturale della cristianità?». Sgarbi mostra sul display del suo cellulare il ritratto di Alejandro Gómez Arias dipinto da Frida Kahlo: «È identico a Di Maio, osservatelo bene – aggiunge -. Inconsapevolmente, Luigino il webmaster, come lo chiama De Luca, è finito nella storia dell’arte. Ma con la stessa inconsapevolezza ne uscirà molto presto». Risponde con agitazione al telefono: è un giornalista de Le Figaro che vuole intervistarlo. Consuma un cappuccino alle 16 in albergo. Poi, zuppo come un biscotto, accompagnato dal presidente della fondazione Imbriani, Elio Caiazzo, e da alcuni assessori comunali della giunta di centrodestra del sindaco Lello Russo, si reca al cimitero per rendere omaggio alla memoria di Vittorio Imbriani, lo scrittore della sua adolescenza, e nella cappella gentilizia Imbriani-Poerio, dove riposano le spoglie della famiglia di letterati e patrioti di origini pomiglianesi, lascia una dedica commossa: «Qui – scrive - mi sento a casa mia». Poi ci ripensa e si affida furtivamente a qualche scongiuro: «Ho letto a venti anni il romanzo di Vittorio Imbriani “Dio ne scampi dagli Orsenigo”: lo ricordo con una forza letteraria strepitosa e con una punteggiatura che oggi definiremmo rap. In tre ore, tra la pala d’altare dell’Immacolata Concezione nella chiesa di San Felice in Pincis del fiammingo Teodoro d’Errico, il dipinto di scuola ve- neziana dell’Adorazione dei Magi, la cappella Imbriani al Cimitero, le chiese del Carmine e di San Pietro, credo di aver apprezzato più io le ricchezze artistiche e culturali di Pomigliano che Di Maio in tutta la sua vita. Anzi – rilancia – appena diventerò ministro della Cultura provvederò al restauro della tela dei Magi».
Il cinema teatro Gloria, in pieno centro storico, è già gremito un’ora prima della manifestazione di apertura della campagna elettorale. In sala compaiono sia il deputato Paolo Russo che l’udc Nunzio Testa, oltre che l’ex assessore regionale dell’Udeur, Ugo De Flaviis. Sul palco, la dermatologa Gabriella Fabbrocini e la prof Leonilda Colombrino, entrambe candidate alla Camera, e Giosi Romano, in lizza per il Senato, abbozzano il loro profilo e raccontano di un territorio mortificato dalle promesse politiche mancate. Ma poi è il sindaco Russo a esibirsi in commenti taglienti sul concittadino Di Maio: «Mi chiedono se sono contento che un pomiglianese concorre per diventare presidente del Consiglio. Io resto orgoglioso per ciò che hanno saputo rappresentare altri concittadini nella storia d’Italia: la famiglia Imbriani, il compianto presidente della Repubblica, Giovanni Leone, e Luigi Giampaolino, presidente emerito della Corte dei conti. Con Luigino rischiamo che la nostra gloriosa storia possa diventare farsa».
In giro La visita in una chiesa, i saluti di un gruppo di ragazze La sfida Sono a metà tra destra e sinistra perchè sono l’unico antidoto culturale all’incompetenza a 5 stelle Con Luigino, candidato premier, rischiamo che la nostra gloriosa storia italiana possa diventare farsa