Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Residenze fittizie a Capri e Ischia Mille sotto inchiesta

Blitz della Finanza, indaga la Corte dei conti

- Fabio Postiglion­e

Hanno depositato all’ufficio anagrafico il cambio di residenza a Capri e Ischia per l’acquisto della prima casa. E quando gli agenti della polizia municipale sono andati a controllar­e, li hanno quasi sempre trovati a casa con moglie, figli e cani. Ma invece era un falso. La nuova residenza serviva solo per non pagare tasse. La Corte dei conti indaga su mille persone.

Sviluppi Inchiesta solo alle prime battute, gli atti inviati anche alla Procura ordinaria

No tax Così facendo i proprietar­i delle abitazioni evitavano di pagare le tasse e i tributi previsti

Hanno depositato all’ufficio anagrafico il cambio di residenza per l’acquisto della prima casa. Lo hanno fatto nel mese di giugno. Così poi tra luglio e agosto, quando gli agenti della polizia municipale sono andati a controllar­e, li hanno quasi sempre trovati a casa con moglie, figli e cani. Ma invece era un falso. Quella nuova residenza anagrafica era solo di «comodo», utile per non pagare tasse.

Una megatruffa per una inchiesta che è solo alle prime battute ma coinvolger­ebbe almeno mille napoletani: i «furbetti delle residenze» sulle isole del Golfo. Gli uomini del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Napoli, di propria iniziativa, hanno messo le mani su giro di residenze «fantasma» tra Ischia, Procida e Capri. Una primissima informativ­a è già arrivata alla Corte dei Conti della Campania per una ipotesi di danno erariale, ma un’altra sta per essere inviata alla Procura ordinaria per truffa, falso ed evasione fiscale. Tutto parte dalla stretta che l’Agenzia delle entrate ha ordinato a tutti gli uffici periferici sulle residenze di «comodo». Nel mirino sono finiti così tutte quelle coppie che hanno fissato residenze in immobili diversi, che si trovano in comuni diversi, al solo scopo di ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu, della Tasi e dell’Iva.

Cosa funziona? Succede che due coniugi acquistano due immobili, per esempio, uno a Napoli e l’altro a Ischia. La moglie opta per la residenza in città e il marito, in divisione dei beni, sposta invece la propria residenza anagrafica sull’isola, nella nuova casa. Così facendo, «magicament­e», la seconda casa del nucleo familiare diventa prima casa e ciò comporta l’esonero totale dei costi di Tasi, Imu e Iva. È stata la Legge di stabilità 2016, confermata anche nel 2017, a stabilire l’abolizione delle tasse sulle prime case, ma c’è un però. Per abitazione principale si intende l’immobile in cui il proprietar­io e il suo nucleo familiare risiedono anagrafica­mente e dimorano abitualmen­te. Numerosi controlli a tappeto degli uomini della Guardia di Finanza di Napoli hanno dimostrato l’esatto contrario. Quasi tutte le case dei napoletani a Ischia, Barano d’Ischia, Casamiccio­la Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana, Procida, Capri, Anacapri non sono prime residenze ma seconde case, soggette a tassazioni diverse. Un bel danno all’erario. Anzi un doppio danno.

C’è un altro particolar­e, molto importante, ai fini del calcolo dello spreco provoca- to dalle numerosiss­ime residenze fittizie sulle tre isole del Golfo. C’è una Legge dello Stato che regola lo stipendio erogato a sindaci, assessori e consiglier­i comunali in base alla grandezza di una città rispetto ad un’altra. È chiaro che il sindaco di Napoli prenda il doppio dello stipendio del sindaco di un piccolo paesino del Centro Italia. Ma come si stabilisce se una città sia «piccola» o «grande»? Dal numero di cittadini residenti. Tra loro vengono conteggiat­i anche quelli che hanno comprato la casa dichiarand­o di essere residenti abituali e che invece vivono in un altro comune e in quella casa ci vanno solo ad agosto, a Pasqua e nei week end soleggiati di giugno e luglio. Gli uomini della Finanza sono partiti dalle richieste di nuove residenze depositate negli ultimi sei anni negli uffici dei nove comuni delle tre isole. Di queste residenze hanno cercato coloro i quali hanno dichiarato al Fisco che la nuova casa era da classifica­re come prima abitazione. Poi sono risaliti ai pagamenti delle utenze: luce, acqua e gas così da compararle con quelle pagate da una famiglia residente (veramente) sull’isola. Chiarament­e il napoletano «vacanziere» non residente ha costi alti solo tre mesi all’anno. E così, se da una parte il raggiro è stato servito, dall’altra è stato semplice attraverso questi controlli venire a capo delle truffe. E siamo solo all’inizio.

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Sorpresi I controlli delle Fiamme gialle hanno già riguardato mille napoletani

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